Egitto, non viene annunciato il presidente. Militari: «Reprimeremo le proteste»

L'esercito non annuncia il vincitore delle elezioni presidenziali, voci governative affermano che domenica sarà nominato Shafiq presidente. Militari avvertono: «Bene le proteste, ma solo se pacifiche».

Avevano promesso che l’annuncio sarebbe arrivato giovedì, ma non è successo. In Egitto domina l’incertezza e ancora non si sa chi ha vinto il ballottaggio presidenziale del 16 e 17 giugno, se il candidato dei Fratelli Musulmani Mohamed Morsi o l’ultimo primo ministro dell’era Mubarak, Ahmed Shafiq. Le voci circolano incontrollate e l’unica cosa certa è che giovedì il Comitato supremo delle elezioni presidenziali (Spec) doveva annunciare il vincitore, invece non se ne è fatto niente e nessuna altra data è stata comunicata.

Venerdì migliaia di persone si sono trovate in piazza Tahrir per protestare contro le interferenze dei militari nella transizione democratica del paese. Due giorni prima del ballottaggio la Corte costituzionale suprema, che secondo i Fratelli Musulmani è «un braccio politico del Consiglio supremo delle forze armate», ha sciolto il Parlamento e l’Assemblea costituente, entrambi ampiamenti dominati dalle forze islamiste composte dai Fratelli Musulmani e dai salafiti. Come se non bastasse, i militari hanno emendato la Costituzione provvisoria del paese assicurandosi il potere esecutivo e legislativo e nominando ministro della Difesa il generale Tantawi, capo dell’esercito. Tantawi aveva promesso che i militari avrebbero lasciato il potere in mani civili dopo le elezioni presidenziali, ma si sono rimangiati tutto. Ora promettono che lo faranno entro un mese, ma secondo la Costituzione emendata possono cedere il potere solo al Parlamento, che non verrà rieletto prima di quattro mesi.

Giovedì voci provenienti dal Spec, che ha ricevuto ricorsi su presunti brogli sia da Morsi che da Shafiq, hanno paventato la possibilità di ripetere le elezioni in almeno 100 seggi elettorali. Secondo i Fratelli Musulmani Morsi avrebbe vinto con il 52 per cento dei voti, l’entourage di Shafiq afferma invece che l’ex primo ministro ha trionfato con il 51 per cento delle preferenze.

Nella confusione generale ieri è circolata un’altra notizia che se confermata potrebbe scatenare, come affermato a tempi.it dai Fratelli Musulmani, «una nuova rivoluzione»: fonti governative e dei consolati stranieri affermano infatti che Shafiq ha vinto con il 50,7 per cento dei voti e che il risultato verrà comunicato domenica pomeriggio. Ma non ci sono ancora conferme ufficiali né da parte dei militari, né dal Spec. In compenso l’esercito ha dichiarato oggi che «rispetta le proteste pacifiche della gente fino a quando non interferiscono con il bene del paese» e che «tutti devono rispettare le decisioni prese secondo legge». Chi cerca di attaccare le istituzioni pubbliche e private dell’Egitto «incontrerà la risposta dell’esercito e della polizia». Che si stiano già preparando agli inevitabili scontri?

@LeoneGrotti

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