Ddl Zan e numeri. Può passare in Senato? Dov’è l’emergenza?

La somma di Pd-M5s-Leu non ha la maggioranza. E secondo l'Oscad in 8 anni ci sono state 316 segnalazioni (le profanazioni di tombe sono state 4 volte di più)

Ci sono le opinioni e ci sono i numeri. Anche questi ultimi avranno la loro importanza, no? In particolare sono di due tipi i dati che andrebbero presi in considerazione quando si parla del ddl Zan: i numeri per approvare il provvedimento in Senato e i numeri dei casi comprovati di discriminazione.

Un voto a rischio

Partiamo dai primi. Il 6 luglio si deciderà se calendarizzare il ddl il 13 luglio oppure se rimandarlo in Commissione. Il fatto è che una legge come il ddl Zan, che interpella il libero convincimento dei singoli senatori, richiede il voto segreto. E col voto segreto, basta che si bocci un emendamento o un comma ed è tutto da rifare.

Ha scritto il Qn:

«La somma di Pd-M5s-Leu (più qualche ex grillino del Misto) non ha la maggioranza. Per sperare di passare servono i voti di Iv (38 senatori) e Iv, sul punto, tentenna. Il capogruppo, Faraone, chiedeva la ricerca di un accordo con il centrodestra ed era contrario anche alla forzatura sul voto per la calendarizzazione […]. I franchi tiratori allignano in Iv e pure dentro il Pd».

316 casi in 8 anni

Gli altri numeri che andrebbero guardati sono quelli che fanno parlare di una “emergenza omofobia”. C’è davvero un’emergenza? Filippo Facci su Libero ha riportato i dati dell’Oscad (Osservatorio del ministero dell’interno in cui affluiscono i dati di Polizia e carabinieri). Risultato: dal 2011 al 2019 le segnalazioni (ripetiamo: segnalazioni) sono state 316.

Scrive Libero:

«Sono 316 casi in otto anni, casi intesi appunto come segnalazioni e non casi veri e propri. Basti che le sole profanazioni di tombe per odio razziale e religioso, in Italia, risultano essere quattro volte di più (146 all’anno) senza che nessuno faccia una chiassosissima battaglia per fermare le profanazioni di tombe, senza che si voglia creare l’ennesima nuova legge (il ddl Zan) per tutelare persone che risultano già tutelate dalle leggi che ci sono».

Non solo, sempre Libero fa notare che dal 2013 al 2020 «ci sono state 126.513 denunce e chiamate ai vari centri antiviolenza italiani: l’89 per cento riguardava donne, il 10 per cento uomini e l’1 per cento casi di omotransfobia. Di questi 126mila, meno della metà è giunta a una qualche forma di giudizio penale».

Foto Ansa

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