Da Btp-bund a Cds, da default a Swap: ecco il dizionario della crisi

Tutto quello che avreste voluto sapere sul significato di termini economici, usciti di recente su tutti i giornali in occasione della crisi finanziaria, e che nessun quotidiano è mai riuscito a far capire: semplice e rapida spiegazione di tutte le parole più in voga in questo momento nero per l'Italia e il mondo. (Dal numero 32-33 di Tempi)

(Dal numero 32-33 di Tempi)

Btp-Bund e spread: la differenza tra noi e i tedeschi
I Btp (Buoni del tesoro poliennali) italiani e i Bund tedeschi sono i titoli di Stato pluriennali con le cui emissioni Italia e Germania si finanziano sui mercati tramite asta. Il loro rendimento è un termometro per valutare la salute di uno Stato. Poiché lo spread (cioè il differenziale) tra i Btp italiani a scadenza decennale e quelli tedeschi – considerati i più sicuri – è cresciuto esponenzialmente negli ultimi periodi (oltre i 300 punti), è partito l’allarme. Lo spread, che si misura in centesimi di punti percentuali, è un indice di quanto l’Italia deve pagare in più rispetto alla Germania alla scadenza dei suoi titoli. Maggiore è il suo valore, più i mercati reputano alto il rischio di insolvenza. Il paradosso è che la condizione economica italiana non è cambiata ultimamente; le sue virtù e i suoi vizi sono quelli di poco tempo fa. Cosa è cambiato allora? È cambiata la percezione che i mercati hanno della stabilità finanziaria del nostro paese. La crisi politica domestica e le incertezze dell’Europa sul salvataggio greco spingono i mercati a profetizzare un futuro nero per l’Italia. Il pericolo è che la profezie si autoavveri.

Cds (Credit Default Swap): scommessa sul fallimento
Il Cds (credit dafault swap) è uno strumento finanziario che ha la stessa funzione di una polizza assicurativa. Chi compra un Cds si impegna a pagare al venditore un premio in cambio del rimborso soltanto in caso di default del valore dell’obbligazione oggetto dell’insolvenza (per quel che ci interessa, un titolo di Stato). I Cds, nati come derivati di copertura dal rischio, erano stati pensati come un’assicurazione in mano agli investitori contro il mancato pagamento di titoli di Stato a causa di un default. Col tempo, però, sono diventati uno strumento speculativo per chi vuole scommettere sul possibile fallimento di chi lo ha emesso.

Deficit/pil e debito pubblico: gli impegni entro il 2014
Il rapporto deficit/pil è dato dal rapporto tra il saldo tra le entrate e le uscite di uno Stato e il suo prodotto interno lordo (Pil). Impegni europei ci impongono di azzerare il rapporto deficit-pil nel 2014. I criteri fissati a Maastricht per essere ammessi nell’area euro prevedono un rapporto deficit/pil inferiore al 3 per cento e un debito pubblico inferiore al 60 per cento del pil. Se sul deficit l’Italia riesce a stare nei parametri imposti dall’Europa, un grave problema ce l’ha invece sul debito pubblico che è pari al 120,3 per cento del pil.

Efsf: il fondo di stabilità
L’Efsf (European financial stability facility) è il fondo di stabilità, con base in Lussemburgo e guidato dal tedesco Klaus Regling, creato dai 16 Stati membri dell’Eurozona per aiutare i paesi in difficoltà. Emette obbligazioni e altri strumenti di debito per soccorrere un paese che non riesca a finanziarsi sui mercati. I bond emessi dall’Efsf hanno rating AAA. Prima dell’incontro dell’Eurogruppo a Bruxelles (21 luglio), l’Efsf poteva contare su una “cassa” di 440 miliardi di euro, ma la sua capacità d’azione effettiva non poteva superare i 255 miliardi (soglia di garanzia per mantere la tripla A). L’Efsf ha contribuito a fine 2010 con 17,7 miliardi (su un pacchetto complessivo di 85) ad aiutare l’Irlanda e, nel marzo scorso, con 26 miliardi (su 78 complessivi) a soccorrere il Portogallo.

Efsf-bond: altri 110 miliardi di euro
La riunione di Bruxelles del 21 luglio ha ampliato i poteri dell’Efsf. Si è infatti stabilito che il fondo salva-stati Efsf allungherà i prestiti alla Grecia dagli attuali 7 anni e mezzo a una durata compresa tra i 15 e i 30 anni (con un tasso di interesse vantaggioso: solo 3,5 per cento). Grazie a questo fondo, la Grecia potrà beneficiare di 109 miliardi di euro di aiuti (erano già stati erogati 110 miliardi un anno fa). Chi mette questi soldi? Li mettono i paesi dell’Eurozona, in base a quote stabilite sui princìpi contabili dell’Eurostat. Per quel che riguarda l’Italia il contributo sarà di 13 miliardi. Molti analisti vedono nell’Efsf bond l’embrione dell’eurobond, da molti indicato come l’unico e vero rimedio alla crisi. Nel 2013 l’Efsf sarà sostituito dall’Esm (European stability mechanism) che avrà una capacità di intervento di 500 miliardi di euro. Il Sole 24 Ore ha fatto notare che a Bruxelles le risorse dell’Efsf «non sono state aumentate al punto da coprire la Spagna e l’Italia. C’è da sperare che non si tratti di una mossa che l’Europa sarà poi costretta a fare comunque».

Bailout: il salvataggio
“To bailout” significa dare in garanzia, ma, in termini più generali, ha il significato di “salvataggio”. È con quest’ultimo significato che è usato per indicare l’azione che i governi hanno messo in campo per salvare i paesi in difficoltà.

Piigs: i cinque “maiali”
Pigs in inglese significa maiali. È l’acronimo usato per indicare i cinque paesi (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia, Spagna) ventre molle dell’Eurozona.

Default: fallimento e fallimento selettivo
È la bancarotta, cioè la condizione in cui si trova uno Stato incapace di rimborsare i propri debiti. La Grecia si trova in “selective default”, cioè in fallimento parziale poiché non è in grado di rimborsare per intero il proprio debito. Le agenzie di rating non fanno differenza tra il default e il selective default.

Agenzie di rating: S&P, Fitch e Moody’s
Società private – le più celebri nel mondo sono Standard&Poor’s, Fitch, e Moody’s – che valutano il rischio associato a un titolo e a chi lo emette. Si esprimono attraverso un rating (valutazione) che sintetizza la capacità di un ente (o uno Stato) di assolvere al suo impegno. Sono spesso criticate per aver emesso giudizi affrettati o errati. D’altronde, qualcuno che fissi un criterio di riferimento è necessario.

Swap: scambio di titoli con titoli
Lo swap è la sostituzione, o lo scambio, di titoli finanziari (obbligazioni, titoli, derivati) con altri titoli. Alla Grecia è stato concesso di scambiare i suoi titoli di Stato in scadenza con altri titoli della durata più lunga o con rendimento minore. L’operazione ha però portato le agenzie di rating a dichiarare la Grecia in default selettivo.

Stress test: le prove cui non crede nessuno
Sono le “prove” cui viene sottoposta una banca per testarne la solidità di bilancio. Il problema è che agli stress test non crede più nessuno, soprattutto gli operatori di mercato che sanno che i parametri fissati per “stressare” una banca sono ormai molto più blandi di quelli che sono imposti dalla crisi delle ultime settimane. Infatti gli ultimi stress test cui sono state sottoposte alcune banche europee hanno fatto emergere un paradosso: tra le prime in classifica ci sono istituti irlandesi che non scoppiano certo di salute. Anche gli istituti italiani hanno superato gli ultimi stress test, ma anche in questo caso, l’esito positivo non ha fermato il crollo dei loro titoli sui mercati.

Bene rifugio: l’oro, ma anche i diamanti
È un bene che ha un valore intrinseco in sé e che non lo perde per l’instabilità dei prezzi. In questa crisi, il bene rifugio è l’oro. Anche il prezzo dei diamanti è tornato ai livelli del 2008, come ha certificato di recente la società De Beers.

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