Non se ne può più di leggere ogni giorno “cosa si può fare in zona rossa”

Altro che i tedeschi a Maiorca: il vero scandalo è che in Italia siamo sempre in lockdown nonostante i piani vaccinali promessi. Scrivete questo invece che il gioco dell'oca

Cronache dalla quarantena bis / 16

Non abbiamo più niente nella testa. Non sappiamo più scrivere altro come prima notizia della giornata se non “cosa si può fare oggi se nel giro dell’oca la casella è rossa”. Sono così fluido che ieri che ero donna ho compatito come mi ha trattato Enrico Letta neanche fossi un panda rosa. Oggi invece che mi sento come un intero paese disinformato e imbolsito, vorrei farmi accarezzare da un marziano che gira sul pianeta rosso sulla Jeep della Nasa e trasmettere questa mia emozione, in maniera che diventi “video virale wow!”, sul Corriere e Repubblica.

Ok, e qui non scherzo – ahinoi –, quasi quasi mi unisco ai 967 giornalisti che per combattere il politicamente corretto si sono associati a “Lettera 22”. Che è poi l’antica Olivetti che mi regalò il mio padrino di battesimo giornalistico, che dice più parolacce che respiri (e non mi risulta che abbia il Covid), professor Gigi Caimi. Già insigne ricercatore. Già molteplice professore. Già preside di Medicina e poi rettore all’Università di Brescia. Avete capito, altro che la Sanremo dei virologi, prego, qui il curriculum.

Meglio zoccoli che manette

Infine, pure mitico sindaco di un paesino della Bassa bresciana, che non avendo avuto a disposizione 72 milioni di euro di provvigioni dal governo Conte per importare dalla Cina mascherine anti Covid, mise in piedi una sartoria nel suo ufficio di primo cittadino. Ma la mia ammirazione – pardon, stupore – va soprattutto al Gigi “albero dello zoccolo”. Sono volutamente brachilogico, non sto insultando i bergamaschi. Non sono Belpietro vs Feltri, o viceversa. Ricordo soltanto il tratto distintivo del fenomeno – naturalmente giussaniano e berluscone – Caimi Gigi. L’uomo che andava in giro con gli zoccoli. E se non è morto, ci va ancora.

Capite che per essere dei grandi professionisti e uomini di Stato non è necessario andare in giro con il cappio in mano e le manette tintinnanti come piace ai paraguru di La7? Lo capirebbe anche il bianco che ha dato del «bambino ritardato» al direttore del Giornale e dirige la variante non di colore del giustizialismo in variante nigeriana, ché la variante inglese sarà sicuro un avvocato corrotto da Magilla Berlusca.

L’ostinazione del compagno Sansonetti

Non sono mica un fanatico bertinottiano alla Piero Sansonetti. Ehi, siamo nel 2021, e col tuo Riformista ti ostini a criticare la direzione strategica dell’informazione nazionale e a evocare giustizia non separata dallo Stato di diritto? Ma allora sei proprio uno psico-nano, come direbbe lo psico-scolapasta col casco spaziale in testa. E comunque non sono come te caro Piero, che hai eletto il Fatto quotidiano a indicibile e illeggibile. Ti dico la verità e anche La Verità, io qualche sbirciatina la butto ancora là.

Non dirò del sudoku pop del mitico Marco Travaglio, che ogni editoriale è come il cinese appostato sul grande fiume Giallo. Pronto a sfottere e a infilzare con i suoi commentari e scioglilingua audaci il primo cadavere che gli passa davanti. Lo sai, io sono l’ultima fialetta puzzolente e interferente di Putin. Però se il Fatto mi dà una notizia e me la dà uguale uguale a il Giornale (il Corriere della Sera fa più fatica in quanto tostapane), io me la leggo e magari me la bevo. Anche se mi desse del “ciellino ritardato”.

Il vero scandalo di Maiorca

Ecco, sarà che mi sono sbrodolato sul taschino aspettando la chiamata di Regione Lombardia per il vaccino. Io che sono tra i fragili fragili, ma sicuro che a 96 anni sarò ancora qui col secchiello, ad aspettare l’sms dalla piattaforma sbagliata (e ciumbia, lo sapevo, sono tutti iscritti alla Cgil questi di Lombardia Informatica, vuoi che non paragurassero?). Un sms che non arriva mai – lo scrivo col pianto in video – e che mi lascia qui in Sardegna a pane e acqua su un bagnasciuga che non finisce più su questa isola della malora che fa acqua da tutte le parti.

Però anche qui come a Maiorca, «i tedeschi arrivano a migliaia». Ma che notizia è? Dove sta lo scandalo? Che noi siamo sempre in lockdown per tutte le balle che ci ha raccontato Conte, che aveva i piani vaccinali di qua e non facciamo scherzi, ho detto come Italia alla Merkel? E allora scrivetelo, invece di disegnare tutti i giorni i turni al giro dell’oca.

Povera panda rosa

Povera Italia. E povero anche il cavallo. Il cavallo? Sì, certo, non ve l’ho scritto già che anch’io come Madame sono gender fluid? Così, ieri mi sentivo la panda rosa di Letta e oggi neanche un pennarello in un paese disabitato. Povero re. E povero anche il cavallo. Così cantava il Jannacci. Però, quando usciamo da questa emergenza di sirene di ambulanza e torniamo alla normalità delle sirene della Guardia di finanza?

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