Compiti per le vacanze: schivare le larve del ’900, restare giovani

Se sommi una tragedia (l’esodo subsahariano) a una mezza tragedia (disoccupazione alta, crisi demografica) non ottieni una soluzione ma una tragedia e mezza

Pubblichiamo l’editoriale del nuovo numero di Tempi in edicola da oggi (vai alla pagina degli abbonamenti) – Compiti per le vacanze: riflettere sulla solitudine dello ius soli; tenersi alla larga, come fossero peste e colera, dalle larve catacombali della neofascisteria e dell’antifascisteria alimentate con dubbia tenacia dai soliti volenterosi carnefici del nulla; restare giovani. La legge di cittadinanza per gli immigrati può attendere, a quanto pare, le prefiche della sinistra umanitaria (con la povertà degli altri) sono già all’opera: il loro pianto fangoso disvela, più che nasconderle, le cattive intenzioni a venire. Perfino Carlo Nordio, che è uno specchiato ex pm democratico e non un reazionario come noi, glielo aveva detto l’altro giorno sul Messaggero: assistiamo al picco massimo di sbarchi africani sulle nostre coste, una legge sullo ius soli verrebbe interpretata – pur non essendolo! – come un segnale di sbandamento, un magnete per migrazioni scriteriate; e inoltre non si può infliggere all’Italia un provvedimento così totalizzante senza un accorto e largo confronto politico, civile, sociale. Puro buon senso.

Aggiungerei questo: stabilito che la legge in questione non è la peggiore del mondo; posto che la cittadinanza italiana dovrebbe essere una (ri)conquista culturale anche per numerosi nativi degenerati in apolidi patriofobici; il decisore politico dovrebbe comprendere che se sommi una tragedia (l’esodo subsahariano causato da guerre, fame, sovrappopolamento e illusioni di benessere) a una mezza tragedia (la disoccupazione stabilmente alta, in particolare quella giovanile, l’invecchiamento della popolazione e l’anemia demografica) non ottieni una soluzione ma una tragedia e mezza.

A proposito di tragedie, ma stavolta rivestite da farsa. Sembra che la tenuta democratica e costituzionale dell’Italia sia seriamente messa in pericolo da una lugubre spiaggia veneta gestita da un tipo con la bandana in testa il quale ostenta pose mussoliniane. Non bastasse, ci si mettono i bagnini ostiensi di CasaPound con l’aggiunta delle solite penose frattaglie di neofascisteria dislocate qui e là, impegnate nella vendita di gadget pacchiani e comprese nella gara dell’odio incoraggiata dai social. Se la sinistra nazionale facesse il suo mestiere, certe cose non esisterebbero o comunque si noterebbero meno.
Invece si preferisce urlare al rischio eversivo e si tenta di legiferare in senso restrittivo (liberticida mi pare troppo). Il capofila della torsione novecentesca è il rispettabile e mite Emanuele Fiano (Pd), nei cui occhi liquidi s’indovina il sanguinare d’una ferita biografica insanabile. Chi lo attacca in quanto ebreo, oltreché spregevole, si candida a rappresentare il modello su cui diventa comprensibile cucire una “estate antifascista”, come l’ha sardonicamente bollata il vicedirettore del Corriere Antonio Polito.

Ma un’altra estate è possibile? Sì, è Un’estate invincibile di cui scrisse Albert Camus in un frammento d’illuminazione, la stagione su cui si basa il prezioso pamphlet di Riccardo Paradisi giunto alla sua seconda edizione presso Bietti. Il suo è un riuscitissimo tentativo di disarticolare l’infantilismo ipocrita e senescente incistato nella nostra Patria da troppo tempo, per opporvi la giovinezza come stato dell’essere, archetipo solare, visione spirituale e cavalleresca. Moneta fuori corso? No, né moneta né fuori corso: la giovinezza di cui parliamo sta nella vigilanza attiva di chi non cerca di sorreggersi nel divenire storico (fascismi compresi) e anzi può perfino giovarsi d’una tavola da surf per dominare le onde del Muro del tempo di jungeriana memoria. Buona estate.

@a_g_giuli

Foto Ansa

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