Coca-Cola perde 4 miliardi, ma poi gliene restano mille

Pensateci un attimo, quanto del vostro tempo passate a comprare? E quanto ne passate a “esistere"? Ai brand interessa tutta la vostra vita. Corpo e anima.

Canta che ti passa. Pare (e dico pare) che Coca-Cola abbia subìto una flessione di 1,6 per cento sul valore azionario, lasciando sul terreno circa 4 miliardi, dopo che Cristiano Ronaldo ha allontanato schifato due bottigliette della frizzante americana, messe al desk di una sua conferenza stampa. Dicono che Babbo Natale sia scoppiato a piangere sull’enorme camion rosso, “Cristiano! Che Natale sarebbe senza Coca!”. Il bomber del Portugal ha poi invitato la platea a bere «agua».

Nessun giornalista in aula sapeva che Ronaldo fosse anche dietologo, ma, se è per questo, nessun giornalista due anni fa sapeva che Galli fosse anche politico, quindi niente di nuovo.

https://www.youtube.com/watch?v=wrdtwNOnMhQ

Labbra rosse Coca Cola

Pare (e ripeto, pare) che nell’atrio, uscendo dalla conferenza, si sentisse Orietta Berti alla radio cantare: «Labbra rosse Coca-Cola…», dal ritornello del tormentone Mille con Fedez e Achille Lauro. Canzone-operazione marketing, come ha fatto notare di recente il Fatto quotidiano, visto che nel videoclip della canzone compaiono tavolini e bottigliette brandizzate Coca fino allo sfinimento.

L’articolo illumina un buco legislativo importante: il colosso delle bibite dichiara e paga solo ciò che nel video musicale contiene il marchio Coca-Cola (i citati tavolini e bottigliette), ma del verso «labbra rosse Coca-Cola» niente da dichiarare, né tantomeno da pagare. Peccato che sia esattamente l’elemento destinato a fare più pubblicità. Fatta la legge (male), trovato l’inganno. Il Codacons si è già detto alle calcagna del trio sanremico e millanta milioni di multa, per vederli tirate fuori il binocolo.

Al Fatto quotidiano però, come ogni tanto capita, sfugge una sfumatura essenziale del fatto: è da secoli che si usano gli artisti per fare pubblicità occulta, oggi semplicemente la chiamano “product placement” e si cerca (poco) di distinguere tra dichiarata e non. Diciamo che se Vasco non avesse cantato «vivi in bilico e fumi le tue Lucky Strike» avrei fumato sigarette molto più leggere.

https://www.youtube.com/watch?v=l6N-Yq9Fw4U

Corpi e anime

A collegare queste due saghe estive firmate Coca, invece, è il grugno dall’oltretomba di Andy Warhol, che suona come un monito: “Non esiste cattiva pubblicità”. Tutto, purché se ne parli. Persi 4 miliardi oggi, Coca-Cola, piaccia o no, è intanto tornata sulla bocca di tutti. Questa grande verità è figlia di un’altra, messa a fuoco dai brand più di recente: non esistono consumatori, esistono persone umane.

Da qualche anno, la prima salmodia che il pubblicitario recita la mattina aprendo il pc è: «The consumer is dead, long live the Human Being». Pensateci un attimo, quanto del vostro tempo passate a comprare? E quanto ne passate a “esistere”? Colpo di scena: ai brand interessa tutta la vostra vita. Corpo e anima.

Una 24/7 company

Ci vorrebbe qualche litro di inchiostro extra per mettere a fuoco questo vaste programme consumistico, e l’altissima probabilità che sarebbe un enorme spreco. Abbandoniamoci dunque alla goduria di chi si accontenta e cerchiamo di capire come Coca-Cola si interessa alla nostra vita.

Per il corpo, il distributore europeo di Coca-Cola (seguendo le orme della casa madre americana) si autodefinisce una 24/7 company, offrendo una gamma di prodotti dalla colazione al post cena, dal caffè Costa all’amaro Lucano. Molti di questi prodotti, la Lilia e la Sveva, sono “Agua”, per dirla alla Ronaldo. La casa madre americana conta ben cinque etichette “water” nel suo portfolio.

Sempre lì con te

Per quanto riguarda lo spirito, basterebbe solo dire che lo slogan ufficiale di Coca-Cola è: «Rinfresca il mondo, fai la differenza». All’interno della pagina web, solo ed esclusivamente progetti sociali. Di bottigliette gassate neanche l’ombra. Perché?

Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo. È la frase più usata al mondo, dopo #nofilter, e le multinazionali stanno compiendo sforzi titanici per realizzarla alla lettera. Se si può forse dire che clima e salute non siano mai stati così indiscutibilmente sacri, vediamo nel frattempo leader globali del tabacco, come Philip Morris, affermare in ogni comunicazione ufficiale: «Lottiamo per un mondo senza fumo».

Vendere bevande gassate e pubblicizzare senza sosta prodotti ecologici e minerali. Che tu guardi una partita, che tu canti una canzone, Coca-Cola sarà sempre lì con te. E comprende benissimo l’apprensione che hai per il riscaldamento globale e il tuo accoramento per la situazione virale, anzi, è proprio lei a suggerirtene l’importanza.

Foto Ansa

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