«Aprite il fuoco! Da tutte le canne! Mitragliate! Che bello! Com’è bello! Sfondategli il cranio! Il cuoio capelluto deve diventare cenere! Fategli esplodere il cervello! Esplodere l’anima». È per aver scritto e recitato questi e altri versi il 4 giugno 1989, giorno della strage di Piazza Tienanmen, che Liao Yiwu è stato arrestato e condannato a quattro anni di carcere come nemico del popolo. Quegli anni dietro le sbarre cambiarono per sempre la vita del poeta e scrittore cinese nato nel 1958 nella contea di Yanting (Sichuan). «Il mio coraggio e tutto ciò che sono viene dal carcere. In questo sono diverso rispetto agli altri scrittori cinesi. In prigione sono stato torturato fino al punto di rottura e ho cercato di suicidarmi due volte. Ma ho capito che la libertà viene dall’anima. L’uomo libero è il nemico naturale di una dittatura, le sue visioni politiche vengono dopo». Bastano queste parole a presentare lo scrittore dissidente, che nel 2011 ha otte...