Campione misterioso. Dura la vita del calciatore se sei “figlio di”

Un nuovo calciatore da indovinare nel gioco di Tempi associato alla Coppa del Mondo. Tocca ad un giovane talento dal cognome pesante

Continua la Coppa del Mondo in Brasile e continua anche il campione misterioso, il gioco di tempi.it associato al Mondiale. Se pensate di aver capito chi è il giocatore descritto nel profilo, scriveteci il nome e cognome del calciatore all’indirizzo redazione@tempi.it (mettendo in oggetto della mail la dicitura “campione misterioso“). In palio, una prestigiosa intervista con tempi.it in cui potrete raccontare le vostre imprese sportive sui campetti di periferia. 

La dura vita dei “figli di”. È vero, se lo sei c’hai un po’ la strada spianata, e questo in fin dei conti è una pacchia: ovunque vai le porte si aprono, hai un po’ la vita facile. Ma nel calcio è un’altra storia, e il tifo raramente ha la pazienza di aspettare i “figli di”. Si vorrebbe che fossero per lo meno uguali al padre, specie quando questi è stato un fuoriclasse, ha vinto premi e titoli, ha rappresentato la sua terra ad alti livelli. E allora il cognome pesa sulle spalle, con casi clamorosi: il figlio di Crujiff, quello di Altobelli, quello di Graziani, il figlio di Maradona. Sull’altra sponda, quelli dei padri e figli entrambi fenomeni, vengono in mente solo Cesare e Paolo Maldini.

SONO DETTAGLI. Ma questi sono tutti dettagli, perché ciò che conta dire è che il campione misterioso di oggi appartiene alla categoria dei “figli di”, e per quanto riguarda le due sponde di cui sopra è rimasto arenato a lungo sulla prima, quelli dei ragazzi che non sono riusciti a superare il padre, e forse ci rimarrà per sempre, anche se un’occasione di andare a far compagnia ai Maldini se la sta ritagliando col tempo, e forse il Mondiale, chissà, riuscirà a dargli una mano. È giovane, ma non giovanissimo,  arriva da una stagione in cui non ha affatto sfigurato attirando su di sé gli occhi di alcune big italiane. E ora è al punto in cui o si consacra del tutto oppure addio successo.

IL PADRE. Ma dicevamo del padre, un vero fuoriclasse, se non addirittura simbolo del calcio del suo Paese. Anche lui ha dovuto fare i conti con un nome pesante: non c’entrava nulla con la sua famiglia, né col suo nome di battesimo, era solo un nickname che qualcuno gli assegnò, scegliendo di rifarsi ad uno dei più grandi di sempre. E in effetti, a suo modo lo è stato, vincitore di trofei nazionali e continentali (ha pure una Champions League in bacheca), onoreficienze dorate per calciatori. In Italia lo abbiamo visto correre anche per qualche stagione, non sfigurando affatto. Poi si è ritirato, ormai una quindicina di anni fa, e ha iniziato a fare il dirigente e pare abbia anche partecipato ad un “biscottone” mica male, una di quelle gare combinate con gol a raffica. Nel frattempo, però, ha lasciato in eredità i sogni di gloria al figlio.

TANTI FIGLI, TUTTI CALCIATORI. Anzi, ai figli, visto che ne ha addirittura tre, tutti calciatori. Della prole, però, il campione misterioso è il calciatore più forte, quello che fin qui ha avuto la carriera più prolifica. Ha vinto già un Mondiale, da capitano, ma era una Coppa del Mondo giovanile e quindi non conta come alzare il trofeo a Rio de Janeiro. Cosa che è difficile che capiti: la sua Nazionale non è eccelsa, ma si sta facendo valere. Tuttavia, c’è un vecchio luogo comune del calcio, che si ripete con frequenza quando arrivano i Mondiali: «Quest’anno sarà il loro anno». Qualche esperto, tempo fa, disse che il pallone di queste parti è in ritardo una decina d’anni rispetto al resto del mondo, e qualche Mondiale fa pareva che dovesse essere finalmente il loro turno, l’attimo in cui il gap si andava colmando. La Nazione del campione misterioso fece bene, ma alla fine si consumò in una delle partite più assurde. Quest’anno il ragazzo non vuole che accada qualcosa di simile: ha un conto aperto, specie col padre.

Exit mobile version