Beppe Grillo attacca Casini dal suo blog

Il leader del Movimento 5 Stelle contro l'emendamento presentato dall'Udc che vincola l'erogazione di rimborsi elettorali all'esistenza di uno Statuto.

Beppe Grillo attacca Pierferdinando Casini nell’ultimo aggiornamento del suo blog. Il motivo è un emendamento, presentato dall’Udc e già approvato dalla Camera, che vincola l’erogazione di rimborsi elettorali all’esistenza di uno Statuto, che il M5S non ha. «La febbre terzana che ha colpito Bersani che sproloquia di “non vittoria” ha colpito anche Azzurro Caltagirone, in arte Casini», afferma Grillo. «Premessa: il M5S ha rifiutato in passato il rimborso elettorale di un milione e 700mila euro per le regionali e rinuncerà ai rimborsi per le prossime politiche, che potrebbero superare i 100 milioni di euro e più con le attuali previsioni di voto». «Quindi i soldi il M5S non li vuole», precisa Beppe Grillo. «Difficile da capire per i partiti che sui soldi ci campano, ma è “Tutto Vero”, come titolò la Gazzetta dello Sport dopo la vittoria della nazionale in Germania che poi andò a Berlino. La mossa piercasinanda (copyright Travaglio) è da vero politico consumato».
«Riflettete: se il M5S non vuole i soldi è allora necessaria una legge ad hoc per impedirgli di prenderli! L’UDC ha presentato un emendamento che condiziona l’erogazione dei contributi all’esistenza di uno Statuto, che tutti i partiti hanno, come è ovvio e quindi è ad hoc per il M5S. La Camera ha approvato entusiasta con 342 si, 104 astenuti e 54 no». «Il M5S – scrive Grillo – ha uno Statuto di soli 7 punti che non prevede neppure l’esistenza di un tesoriere, né tanto meno di finanziamenti elettorali. Si chiama “Non Statuto”, ma è uno Statuto a tutti gli effetti. Lo propongo come modello ai partiti, non invocherò il copyright. Invece di tagliare i loro contributi di un miliardo di euro, li tagliano al M5S che non li vuole. Geniale!» «L’emendamento udiccino conteneva anche un appello alla democrazia, lo Statuto (quello che consente di prendere i soldi) deve essere “conformato a principi democratici nella vita interna con particolare riguardo alla scelta dei candidati, al rispetto delle minoranze, ai diritti degli iscritti”. Ma questo è un autogol, una mossa degna di Tafazzi, del QI di Casini. I candidati nei partiti sono infatti “nominati” dai segretari di partito grazie alla legge elettorale “Porcellum”, alla faccia della democrazia interna, quindi non potranno più percepire rimborsi. Giusto? Giusto! A proposito – conclude – qualcuno mi presta i soldi per la colazione?». (AGI)

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