Benedetto XVI: «Ogni persona, sia uomo o donna, è destinata a esserci per l’altro»

Reinhard Schweppe è dallo scorso 7 novembre è l'ambasciatore della Repubblica Federale di Germania presso la Santa Sede. Il Santo Padre lo ha accolto nel consueto colloquio privato, dove ha ribadito l'importanza della dignità umana: «E’ giunto il momento di fermare energicamente la prostituzione, la diffusione di materiale erotico e pornografico, anche via Internet»

Quando un ambasciatore presenta le sue Lettere credenziali al Papa c’è un rituale da rispettare. Il nuovo diplomatico viene dapprima ricevuto dal Capo del Protocollo che introduce il diplomatico ai modi vaticani e discute dei temi dei discorsi che l’ambasciatore e il Papa i scambieranno nell’incontro formale. Questo permette alla Santa Sede e al paese del nuovo arrivato di “mettere a punto” gli argomenti ritenuti reciprocamente importanti. E fa si che i discorsi non arrivino “a sorpresa”.  Così è stato anche per il nuovo ambasciatore della Repubblica Federale di Germania che lo scorso 7 novembre ha iniziato il suo mandato con il consueto colloquio privato con Benedetto XVI. Reinhard  è un diplomatico di lungo corso, evangelico, padre di famiglia, poliglotta. Il suo saluto ha ripreso i pensieri del Papa nello storico discorso al Bundestag, ha sottolineato il pensiero “verde” di Benedetto XVI, ha ringraziato per l’apporto della Chiesa tedesca al bene della società, ha riportato le parole del presidente dello stato che rappresenta. «La Chiesa non è una società parallela» ha detto, e ha ripreso il tema del ruolo suo ruolo culturale. E qui è arrivata la risposta di Papa Benedetto.

 

La gente è alla ricerca della verità e di questa noi cristiani dobbiamo dare testimonianza. La Chiesa non è solo una presenza che influisce culturalmente su di una società «essa ha la consapevolezza di conoscere – attraverso la sua fede – la verità sull’uomo in quanto tale, a prescindere dalle singole culture». Il Papa ha ricordato che “fortunatamente” una parte dei diritti umani fondamentali sono entrati in Germania nel diritto positivo grazie alla Costituzione dopo gli orrori della II Guerra mondiale. Oggi però alcuni di questi valori che si fondano sulla verità dell’uomo, sono nuovamente messi in discussione. «E la Chiesa riconosce il dovere al di là dell’ambito della fede di difendere nell’insieme della nostra società la verità e i valori senza i quali la dignità dell’uomo è a rischio».  Per il Papa non «siamo noi a poter giudicare se un individuo è già persona, o ancora persona», non abbiamo il diritto di manipolare l’uomo. Se la società «volesse decidere di selezionare i suoi membri maggiormente bisognosi di tutela, di volere escludere le persone dall’essere persona, essa si comporterebbe in modo profondamente inumano e anche non credibile di fronte all’eguaglianza della dignità di tutte le persone in ogni stadio della vita».

 

Ne consegue che gli interventi della Santa Sede sulle questioni fondamentali che riguardano la dignità dell’uomo non hanno lo scopo di imporre la fede, ma di difendere valori evidenti per tutti perché sono la verità sulla persona. E’ lo stesso pericolo della deriva che ha portato al Nazismo: l’uomo che pretende di scegliere chi deve vivere e chi no. Una deriva che in Occidente inizia anche dalla pornografia e dalla discriminazione sessuale delle donne avvilite dalla prostituzione. La dignità calpestata dalle “tendenze materialistiche ed edonistiche”. «Ogni persona, sia uomo o donna, è destinato a esserci per l’altro». Un rapporto che non tenga conto della uguale dignità, spiega il Papa, è una grave mancanza nei confronti dell’umanità. «E’ giunto il momento di fermare energicamente la prostituzione, la diffusione di materiale erotico e pornografico, anche via Internet», ha scritto il Papa nel messaggio al nuovo ambasciatore. E promette un impegno forte della Santa Sede perché la Chiesa in Germania intervenga in modo «deciso e chiaro».

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