«Basta viaggi e sogni nello spazio, inquinano»

Le prediche di Oxfam contro i ricconi che vogliono la luna e le risposte della gente al vignettista del Monde: «Lasciatecela sognare»

La vignetta di Plantu per il ritorno dalla spazio di Thomas Pesquet (dal profilo Twitter @plandu)

Albert Camus non potrebbe più far dire «Voglio la luna!» al suo Caligola e restare impunito. Nell’ultimo catastrofico studio pubblicato da Oxfam in occasione della Cop26, la confederazione internazionale di organizzazioni no profit che lottano per la riduzione della povertà lancia l’ennesimo allarme sull’impossibilità di raggiungere i risultati promessi con gli accordi di Parigi (la soglia di un grado e mezzo di aumento delle temperature globali da non superare entro il 2030).

L’anticapitalismo green di Oxfam

L’arsenale è già visto, pesca a piene mani nell’anticapitalismo green, ma fa sempre il suo effetto: pochissimi ricchi producono molta più CO2 di tutti i poveri messi assieme. Tra dieci anni, l’1 per cento che detiene la ricchezza di tutto il pianeta emetterà da solo trenta volte di più delle emissioni “consentite” per fermare il riscaldamento globale. La soluzione, presto detta, è molto novecentesca: tassare i ricchi, spegnere i loro jet e i loro yacht, svuotare le loro piscine, ma soprattutto impedire i viaggi nello spazio. Niente più Luna, Marte, stazioni orbitanti, tweet degli astronauti in diretta da sopra le nostre teste. Torniamo a fare i pastori erranti dell’Asia, chiediamoci che fa la Luna in ciel ma senza avvicinarcisi.

Con la lotta ai cambiamenti climatici l’invidia sociale e la lotta di classe sono ancora più giuste e presentabili, ovviamente necessarie e ineludibili. Oxfam fa sapere che con un solo volo spaziale si producono più emissioni di un miliardo di poveri in tutta la loro vita, quindi per colpa di Elon Musk, Jeff Bezos e Richard Branson (rispettivamente proprietari di SpaceX, Blue Origin e Virgin Group), che si sono messi a fare concorrenza alle agenzie spaziali statali, il clima peggiorerà sempre di più. Togliete gli space shuttle ai ricconi, e il pianeta si salverà.

I bambini sognano la luna

«Viviamo in un mondo in cui una ristrettissima élite sembra avere il permesso di inquinare senza limiti», ha detto Nafkote Dabi, responsabile delle politiche climatiche di Oxfam, «alimentando condizioni ed eventi metereoogici sempre più estremi e imprevedibili. Le emissioni del 10 per cento più ricco, da sole, potrebbero spingerci verso un punto di non ritorno. E a pagarne il prezzo più alto, ancora una volta, saranno le persone più povere e vulnerabili del pianeta». Non è più tempo di sognare la Luna, insomma, anche guardare le stelle andrà fatto con un brivido di senso di colpa per l’inquinamento prodotto da ogni lancio di satellite in orbita.

Dopo sei mesi in orbita ieri è tornato sulla Terra l’astronauta francese dell’Esa Thomas Pesquet. Il famoso vignettista del Monde Plantu lo ha salutato con un disegno in cui Pesquet guarda verso il cielo e una colomba bianca con un bambino a cavalcioni esce dal suo casco diretta verso lo spazio. Accanto, la scritta: «Lo spazio e il cielo fanno parte dei sogni dei bambini». Quasi tutti i commenti erano amaramente sarcastici verso i politici francesi e verso chi è contro questi viaggi perché producono gas serra. «I tuoi sogni d’infanzia», ha commentato un utente, «Sessant’anni fa. Sfortunatamente, la tua generazione non ha concesso ai bambini di oggi il lusso di fare tali sogni», e giù di statistiche sulla gioventù terrorizzata dal futuro per colpa della CO2 prodotta dai boomer. Siate realisti, domandate le emissioni zero.

Exit mobile version