Che cosa non torna nella versione turca dell’attentato a Istanbul

L'attentatrice curdo-siriana che si è fatta arrestare arriva da Kobane, città che da mesi Erdogan vuole attaccare perché roccaforte delle forze legate al Pkk. Una bomba che potrebbe vincere la resistenza di Ue e Usa all'operazione di Ankara


L’attentato di Istanbul di domenica scorsa puzza lontano un miglio di operazione sotto falsa bandiera ovvero, come si dice in Italia, di strategia della tensione. Da sei mesi il governo turco cerca di ottenere dalle potenze regionali semaforo verde per un’operazione militare in profondità in territorio siriano, mirata a disarticolare la cosiddetta amministrazione autonoma curda della Rojava, e in particolare a mettere fuori combattimento le Ypg, le unità di difesa popolare che costituiscono la spina dorsale delle Fds, le Forze democratiche siriane che col sostegno occidentale hanno combattuto e sconfitto lo Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (Isis) nel periodo 2015-19. Gli americani hanno addestrato e armato le Fds in funzione anti-Isis attraverso un corpo di spedizione che è arrivato a contare 2 mila unità; oggi la presenza Usa nel nord-est della Siria è ridotta a 800 militari.

Ankara contro Ypg e Pkk. E viceversa
Le Ypg sono considerate (ed effettivamente sono) una g...

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