Anche don Bosco sarà a Expo

Anche l’eredità di don Giovanni Bosco sarà presente a Expo, con varie iniziative. Nel 2015 ricorrono infatti i 200 anni dalla nascita del santo torinese, e per festeggiarlo e ricordare l’importanza del suo operato è stata realizzata la “Casa Don Bosco”, tra i padiglioni di Expo. Insieme a questa iniziativa, sempre correlata al tema Expo, ci sarà la premiazione del Concorso nazionale dei capolavori dei settori professionali, come spiega don Gianni Filippin, direttore nazionale Cnos-Fap, i centri di formazione professionale dei salesiani. «Don Bosco aveva molto a cuore il futuro dei giovani. In memoria sua è stato istituito il concorso nazionale, giunto alla nona edizione, perché potesse essere un mezzo per accompagnare i ragazzi in un progetto, alla fine del loro triennio professionale».

RAGAZZI E AZIENDE. Solitamente la gara si svolgeva a livello nazionale, ma quest’anno per celebrare l’Expo sono stati chiamati a gareggiare solo gli istituti professionali lombardi. Si tratta di 172 ragazzi, che dovranno disputare due giorni di prove in settori della formazione professionale (Meccanico per macchine utensili, Elettrico, Meccanico d’auto, Grafico, Ristorazione ed Energia), al termine dei quali dovranno creare un “capolavoro” nel proprio settore di specializzazione. «Le premiazioni avverranno venerdì 8 maggio, al Palazzo Lombardia, a Milano. La giuria sarà composta da personaggi illustri e da aziende importanti, che hanno già dato la disponibilità per una futura formazione dei ragazzi vincenti. È bello sapere che le aziende di oggi stanno investendo di nuovo sui mestieri, dopo un periodo di snobismo in cui si riteneva, ingiustamente, che fossero nobili solo le arti dell’intelletto».

NEL 1884. Don Bosco sarà a quest’Expo con la memoria delle sue opere, una memoria che non diventa malinconica commemorazione, ma esperienza viva, grazie agli istituti professionali che oggi tantissimi ragazzi frequentano: «Dopo che i nostri allievi hanno terminato gli studi, li ricontattiamo l’anno successivo, per sapere com’è la loro situazione lavorativa. La percentuale di disoccupati è davvero bassa, e questo dimostra la completezza dei nostri percorsi. Già nel 1884, nell’Expo di Torino, don Bosco insisteva sul “sapere delle mani”, la ricchezza cioè del lavoro artigianale. Se fosse vivo oggi, ripeterebbe con forza lo stesso concetto, anche a Expo 2015».

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