Al Palazzo Pirelli di Milano le creazioni di Salvatore Fiume

Nato in Sicilia nel 1915, ma lombardo di adozione, Salvatore Fiume è stato una delle personalità di spicco dell’arte italiana tra gli anni Quaranta e gli anni Novanta. Tra pittura, disegno, scultura e ceramica la sua produzione artistica si è evoluta in maniera interessante nel corso degli anni, mantenendosi fedele alle sue personali inclinazioni e modellandosi, allo stesso tempo, in maniera armoniosa su tematiche sempre nuove. Per questo motivo non ci potrebbe essere un titolo più azzeccato di quello della mostra che il Palazzo Pirelli di Milano gli dedica dal prossimo 24 ottobre fino al 23 dicembre 2012, Le identità di Salvatore Fiume. Cinquanta opere scandiranno un percorso espositivo che si snoda in due diverse sezioni. Della prima fanno parte i lavori realizzati tra gli anni Quaranta e gli anni Sessanta, tra cui spiccano il Cristo deriso dai soldati (1946) dove il pittore, ispirato dal Quattrocento italiano, dal folklore e dalla tradizione spagnola, si firma con lo pseudonimo di Francisco Queyo, un pittore gitano mai esistito, e il ciclo Città di statue, in cui forte è l’influenza dell’arte rinascimentale italiana e della metafisica di de Chirico, Savino e Carrà.

Della seconda sezione fanno parte le opere realizzate dopo la rivoluzione stilistica che fece seguito a un suo viaggio a Londra nella metà degli anni Sessanta, gli anni della Swinging London, da cui nascono opere da dove traspare una nuova libertà espressiva, che si manifesta soprattutto nelle composizioni su carta da parati e nei collage. Un posto importante lo occupa infine la figura femminile, in particolare nei due dipinti ispirati al tema della Donna e toro e Donna e gallo, dove la materia pittorica si fa luminosa, corposa ed espressiva grazie anche a stratificazioni e trasparenze ottenute con l’uso della spatola.

@ARTempi_

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