Zurlo (Giornale): «Processo breve? Il vero scandalo è la lentezza della giustizia» – Rassegna stampa/3

Stefano Zurlo spiega a Tempi le magagne della prescrizione breve e il vero scandalo della giustizia italiana: «Serve a Berlusconi, è vero, ma solo da noi non c'è l'immunità parlamentare. La strage di Viareggio è un caso controverso ma assicurano che non cadrà in prescrizione. E' la lentezza del sistema a danneggiare i cittadini, ecco 5 misure per cambiare»

Stefano Zurlo, cronista politico del Giornale, fa chiarezza a Tempi sulle discussioni in atto alla Camera sulla prescrizione breve, sulle possibili soluzioni per la giustizia italiana e sui veri scandali del nostro sistema: «La prescrizione breve serve a Berlusconi perché non c’è più l’immunità parlamentare, inutile nasconderlo. Ma l’immunità ci vuole, come negli altri paesi civili, perché il governo non può stare appeso ai magistrati. La prescrizione breve non cambia quasi niente, sono altre le cose che danneggiano i cittadini, cioè la lentezza della giustizia, che si risolve in questo modo: riforma costituzionale della giustizia, riforma delle notifiche, passare al digitale e riforma dei piccoli tribunali. In più, fondamentale, dotarsi di un nuovo codice penale. Ora ne usiamo uno del 1930».

Stasera la Camera dovrebbe approvare e passare al Senato il cosiddetto processo breve con all’interno un emendamento sulla prescrizione breve.

Esatto e speriamo che finisca presto questa storia. C’è una gran confusione, tutti parlano ancora del vecchio processo breve, che poi breve non era per niente visto che prevedeva processi della durata di sei anni. Fa ridere. Invece adesso non scadono automaticamente dopo sei anni: dopo quella data c’è una semplice segnalazione, è una cosa indicativa. Comunque, con le regole attuali 450 processi al giorno cadono in prescrizione, cioè tra i 150 e i 170 mila all’anno, ovvero il 5% dei processi totali. La prescrizione breve, come ha detto il ministro Alfano riportando dati abbastanza corretti, dovrebbe riguardare lo 0,2% dei processi visto che riduce da 1/4 a 1/6 l’aumento del tempo necessario a prescrivere i reati commessi da imputati incensurati. Quindi cambia davvero pochissimo le cose.

Tutti i partiti di opposizione gridano allo scandalo sostenendo che questa è una legge che serve solo a Silvio Berlusconi.

Non c’è dubbio che questa regola serva a Berlusconi per il processo Mills, è inutile che qualcuno provi a nasconderlo. Ma quando l’opposizione si lamenta che il Parlamento è bloccato dai processi di Berlusconi, si potrebbe e si deve obiettare che chi governa è bloccato dalla magistratura da 17 anni. Non è possibile. Quello che bisogna fare è ristabilire l’immunità, lo scudo, chiamiamolo come vogliamo, come c’era da noi un tempo e come c’è in Francia e in tutti i paesi civili. La prescrizione breve è una misura tampone. Gli scandali però sono ben altri.

Quali?

Il fatto che bisogna aspettare 10 o 15 anni per avere giustizia e poi spesso, dopo tutto questo tempo, si va in prescrizione. Un esempio su tutti: Niccolò, il figlio di Giovanni Galli, il portiere del Milan, è morto nel 2001 a 17 anni a causa di un incidente stradale. Si trattava di omicidio colposo per dei lavori fatti male sulla strada. Dopo 10 anni il suo processo è andato in prescrizione. Oppure Parmalat: tutti i giornali a stracciarsi le vesti per l’agiotaggio quando le banche straniere non sono ancora state processate. Queste cose sono gravi e una volta ripristinata l’immunità per chi governa, che è necessaria, bisogna pensare davvero a risolverle.

Il governo ha proposto una riforma costituzionale della giustizia, è sufficiente?
E’ già un buon passo avanti perché è una riforma che adegua la nostra Costituzione al codice di procedura penale, che è stato rifatto nel 1989 da Pisapia padre. Però il sistema legislativo è rimasto indietro, ecco perché è importante la riforma. Poi però bisogna anche fare la riforma delle notifiche, quella dei piccolo tribunali e passare al digitale. In più, fondamentale, dobbiamo dotarci di un nuovo codice penale: ci sono già, ne ha fatto uno Pisapia, uno Nordio e uno Grasso. Sono d’accordo tutti, eppure nessuno prende quei codici già realizzati da uomini di destra e di sinistra e li applica. Noi abbiamo troppi processi anche perché abbiamo troppi reati. Ma ci rendiamo conto che ci basiamo su un testo fascista del 1930? Altro che scandalo della prescrizione breve, questi sono i veri scandali.

In molti però, come il Fatto Quotidiano, hanno scritto che andrà in prescrizione anche il processo sulla strage di Viareggio. A rimetterci, scrivono, è sempre la gente più debole.

Il problema è che la gente più debole ci rimette da più di 30 anni. Noi facciamo un gran casino sulle morti bianche, quelle sul posto di lavoro, ad esempio, ma poi nessuno dice che una grandissima parte di quei processi cade già ora in prescrizione. E’ per questo che non si può fermare la riforma della giustizia, come vorrebbe l’opposizione. Su Viareggio poi il ministro della Giustizia Alfano ha detto che il processo sul disastro ferroviario del 2009 verrebbe prescritto solo nel 2032 e per il reato di omicidio colposo plurimo si parla di 2044. Io mi sono informato, è un caso molto difficile e controverso perché ci sono tantissimi dati di cui tenere conto e che cambiano in base al reato che si considera, ma mi hanno assicurato che non cadrà in prescrizione.

Exit mobile version