Vivere o niente: la beata confusione di Vasco Rossi

Il 29 marzo esce l'ultimo album di Vasco Rossi, che in un'intervista spiega la confusa filosofia contenuta dentro il disco "Vivere o niente": «La scienza ormai ha dimostrato che non esiste un creatore. E' per un miracolo che l’uomo è qualcosa di più di semplice materia. Io rispetto chi crede di avere un creatore e chiedo scusa a Dio se non credo che esiste»

Il suo nuovo disco uscirà martedì 29 marzo, ma già le sue dichiarazioni nelle interviste di presentazione alla stampa, sono oggetto di interessata curiosità da parte dei suoi fans. 
Stiamo parlando di Vasco Rossi che, nell’attesa che sia di dominio pubblico il suo “Vivere o niente”, si è lasciato andare a qualche considerazione sul (suo) senso della vita.

Alcune uscite sembrano “non omologate” ad un comune sentire – malgrado l’accenno farfugliato e nichilista all’eutanasia come diritto – e dimostrano la realtà di un uomo che, pur in una “beata confusione”, sta cercando di andare oltre la banalità di una comoda esistenza di successo, con tutte le imbarazzanti contraddizioni del caso.

In un’intervista (che riportiamo
 qui sotto), Vasco Rossi afferma che «la scienza ormai ha dimostrato che non esistono verità eterne, che tutto è in divenire, che non esiste un creatore, che la vita è nata da sé», poi però afferma che «è per un miracolo che l’uomo si rende conto di esistere, che ha uno spirito, che è qualcosa di più di semplice materia». Dice di avere «rispetto di chi crede di avere un creatore», poi allo stesso creatore chiede «scusa se non credo che esisti».


«Certo – continua il Blasco – l’uomo che non crede più in Dio è spaventato, perché prima se succedeva qualcosa se ne dava una ragione, è la volontà di Dio, poi invece capisce di essere l’unico responsabile e allora si scopre un pezzo di m…, impossessato dal demonio, terrificante, brutto e schifoso. Bisogna avere la consapevolezza che il nemico più grosso è dentro di noi e nonostante lo sappiamo ci fotte sempre, non sappiamo difenderci e alla fine abbiamo bisogno di un perdono. E siccome non possiamo vivere senza regole, perché noi siamo il miracolo dell’esistenza [aridaglie!], io la sparo lì, scherzando un po’: primo comandamento, avere rispetto di se stessi, quello che io non ho mai avuto per me, capito?».

Caro Vasco, quante domande e quante complicazioni. Perché giustificare il teorema che Dio non esiste, quando non ci si spiega il miracolo della vita che si rende conto di esistere? 
In attesa di ascoltare il suo nuovo cd, però, bisogna constatare ancora una volta che, se questi pensieri un po’ alla rinfusa saranno sostenuti da qualche bel ritornello da cantare a squarciagola, magari in uno stadio stracolmo, la missione di eterno “irregolare” sarà, ancora una volta, compiuta.

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