Viv le betulle (e abbasso i cactusche crescono nelle procure)

Per puro amore della verità non si può che essere d’accordo con quanto ha scritto Giuliano Ferrara sulla vicenda dei servizi segreti. Il giornalista ci ha ricordato ieri una verità che certe istituzioni hanno dimenticato da tempo: i servizi segreti, senza sparare, fanno il loro mestiere, difendendoci dal rischio realistico di attentati. Dovrebbe essere di altri il compito di intervenire per difendere la nostra incolumità? Forse dovrebbe. Ma, di fronte a inazioni, ritardi, mistificazioni per cui personaggi, colti in flagrante nel reclutare terroristi sono ritenuti eroici resistenti contro l’oppressore imperialista, i servizi segreti intervengono, anche a costo di pagare per ciò che fanno. Non per niente in Italia, a differenza che in Spagna e in Inghilterra, non ci sono stati attentati.
Per puro amore della verità non si può che essere d’accordo con quanto ha scritto di sé stesso Renato Farina su Libero di sabato mattina. Che un giornalista cerchi, nella sua passione ideale di servire il proprio paese, aiutando a liberare ostaggi, creando ponti e contatti con i molti, anche tra musulmani e arabi, che considerano il terrorismo fondamentalista come un male assoluto, è azione encomiabile e coraggiosa. Ha commesso per questo illegalità, come è stato sottolineato su un autorevole quotidiano? Non è allora illegale anche chi diffonde intercettazioni telefoniche permettendo che siano pubblicate sui giornali? Come mai nessuno protesta contro questa illegalità? Forse non è una legge dello Stato quella che riguarda la pubblicazione di informazioni coperte da segreto istruttorio? E l’authority per la privacy cosa dice di tutto questo? Il fatto è che ormai in Italia ci sono due pesi e due misure: su certi fatti, ci sono trattamenti diversi a seconda del colore politico e dei gesti che si compiono. Del resto cane non mangia cane.
Chiunque abbia a cuore la verità non può che essere d’accordo con quanto ha scritto sabato sul Corriere della Sera Magdi Allam quando si chiede da che parte stia l’Italia nella lotta al terrorismo. Ai tempi delle Brigate Rosse era chiaro per tutti i “democratici” che il terrorismo era un male assoluto, oggi non è più chiaro neanche per alcuni che sarebbero chiamati a difendere la popolazione da questo rischio incombente. Purtroppo oggi l’Italia non sta tutta da una parte, anche in certe istituzioni “democratiche”.

* Presidente Fondazione per la Sussidiarietà

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