VITA ACTIVA E VITA ARTIFICIALE

Contro la mentalità che vogliono comune, per cui tutto è possibile e, in nome della scienza, si deve fare, una riflessione da H. Arendt, in Vita Activa: «Molti sforzi scientifici sono stati diretti in tempi recenti a cercare di rendere “artificiale” anche la vita, a recidere l’ultimo legame per cui l’uomo rientra ancora tra i figli della natura. è lo stesso desiderio. che si rivela nel tentativo di creare la vita in una provetta. Quest’uomo del futuro. sembra posseduto da una sorta di ribellione contro l’esistenza umana come gli è stata data, un dono gratuito… che desidera scambiare, se possibile, con qualcosa che lui stesso abbia fatto. Non c’è motivo di dubitare della nostra capacità di effettuare uno scambio del genere. La questione consiste solo nel vedere se vogliamo servirci delle nostre nuove conoscenze scientifiche e tecniche in questa direzione, ed è una questione che non può essere decisa con i mezzi della scienza; è una questione politica di prim’ordine, e perciò non può essere lasciata alla decisione degli scienziati di professione e neppure a quella dei politici di professione». Infine: «Se la conoscenza (nel senso di know-how, competenza tecnica) si separasse irreparabilmente dal pensiero, allora diventeremmo esseri senza speranza, schiavi non tanto delle nostre macchine quanto della nostra competenza, creature prive di pensiero alla mercé di ogni dispositivo tecnicamente possibile, per quanto micidiale».

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