Virginia e Chiara, tra look e figli

Non chiamatele sindaco, perché il termine è prettamente maschile. Non chiamatele sindaca, perché sembra che le stiate sbeffeggiando.

Virginia Raggi e Chiara Appendino sono riuscite in una doppia impresa. Non solo vincere i ballottaggi di due città importanti come Roma e Torino, ma anche soppiantare le tifose svedesi nelle fotogallery dei siti internet. In tempi di europei, di solito, le versioni on line dei principali quotidiani sono ricchi in carrellate di “clicca la tifosa più bella”, ma in questi giorni di ballottaggi sui giornali non c’è posto che per loro, Virginia e Chiara.
Le donne del cambiamento, le donne del vento, le donne di Beppe Grillo, le donne, punto. Guai a chiamarle donne sindaco, perché la “o” con la quale termina la parola è maschilista, ma guai pure a chiamarle “sindaca” o “sindachessa” come piacerebbe alla presidente della Camera Laura Boldrini, che di queste diatribe lessicali ha fatto bandiera. Lo sottolinea Nadia Somma, attivista del Centro Antiviolenza, dal suo blog sul Fattoquotidiano.it: «Sono trascorse poche ore dalle loro elezioni che già leggiamo sulla stampa italiana dello stupidario sessista».

OCCHIO AL PUPO. La più arrabbiata su questo tema è la scrittrice Michela Murgia, che lo scrive su Repubblica, dopo essersi arrabbiata su Facebook: «Chiamiamole “sindaca”. Se ci suona male è perché in poche hanno ricoperto quella carica nelle città maggiori e ancor meno hanno voluto farsi chiamare correttamente. (…) La più sessista delle abitudini da perdere è però quella di connotarle secondo le loro relazioni private, come se la politica fosse un hobby che le ha distratte dall’attività principale di essere madri o mogli». Guai quindi a sottolineare che sono “anche madri”, nonostante siano proprio Virginia e Chiara stesse a ricordare alla stampa che hanno figliolanza. Chiara Appendino infatti è andata alle urne spingendo il passeggino, e Virginia Raggi neo eletta ha postato su Facebook un disegno del figlio, per dimostrare che in famiglia si è attenti all’ambiente. Guai poi a citare gli uomini che hanno accanto, perché anche in questo caso si potrebbe sfociare nel sessismo. Per esempio definendo il marito di Chiara Appendino, “mammo”, solo perché dovrà più spesso occuparsi della piccola Sara, visto che mamma Chiara potrebbe attardarsi in qualche seduta di consiglio comunale. E che dire dell’ex marito di Virginia Raggi, che la sera stessa della sua elezione, ha scritto alla moglie un’accorata lettera per sottolineare quanto lei gli mancasse, definita da Selvaggia Lucarelli «piena di frasi degne delle canzoni dei Modà».

L’ELOGIO DELL’ACQUA E SAPONE. Ricapitolando, chiamatele per nome senza termini che implichino il genere sessuale, non dite che sono mamme e tantomeno citate i mariti. Non rimane che commentare il loro look, elogiato in ogni dove per la naturalezza di entrambe. Virginia Raggi ha capelli lunghi, scuri, sui quali perfino Vladimir Luxuria ha deciso di dire la sua: «Spero che non li porti mai dietro le orecchie, visto che non sono bellissime». Chiara Appendino li ha corti, e come tutte le donne ne fa una questione irrisolta, visto che se li piastra in maniera forsennata. Entrambe però scelgono colori sobri nell’abbigliamento, come sottolinea il Giornale: «Per Virginia niente di più semplice di una blusa bianca, ma semitrasparente. Per stare più comoda non mette i tacchi, ma le zeppe, anche se sono da mare. Chiara invece durante la campagna sfoggia una camicetta bianca, con un tocco di originalità». Il famoso tocco di originalità che solo una camicia bianca può dare al look, certo.

MICA COME LA BOSCHI. Affari italiani elogia il non-look delle due donne rispetto ad altre più celebri politiche: «Chiara ha un trucco ipersobrio, altro che lo smalto semipermanente di Maria Elena Boschi, boccoli sempre inanellati e manicure perfetta». Stessa cosa viene detta per Virginia, che confessa a Vanity Fair: «Nessuno mi consiglia per come vestirmi. Faccio da sola. Ogni tanto passa mia mamma da casa e mi dà ottimi consigli, oltre a prestarmi qualcosa da indossare». Non ci va tanto per il sottile invece il sito di gossip LadyBlitz, nel commentare l’abbinamento di pantaloni e camicia scelto dal neo sindaco di Roma per la serata di festa: «Non sappiamo se le scelte stilistiche di Virginia Raggi derivino semplicemente da un gusto estetico poco sviluppato o siano frutto di un attento studio dello staff della candidata, con l’obiettivo di farla apparire il più comune possibile». Tanto quanto una Kate Middleton qualunque, che sfoggia lo stesso abito low cost più volte, per dimostrare ai sudditi di essere una donna comune.

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