Violenza e contro violenza

La libertà di coscienza, di opinione, di pensiero andranno al vaglio della magistratura come atti di violenza e di discriminazione

La legge sull’omofobia non è stata ancora approvata in parlamento, ma già vengono anticipate forme di violenza nei riguardi di chi, portando a ragione non poche sottolineature negative, non ne condivide l’impianto e presuppone ulteriori passaggi discriminatori nei riguardi di quanti vi si oppongono. Si tratta di una realtà che dimostra quanto sia fasulla la legge, sia nella sua inutilità, sia ancora  nelle presunte garanzie di rispetto nei riguardi di coloro che esprimono dissenso.

L’esempio eclatante viene proprio da colui che è promotore della legge arrivata in parlamento per l’approvazione: l’onorevole Alessandro Zan, il quale – il 19 luglio scorso a Verona – ha espresso frasi fortemente offensive nei riguardi delle manifestazioni e degli incontri promossi dall’Associazione Pro Vita e Famiglia quale presenza sul territorio di contrarietà alla legge: «Piazze dell’odio, dell’esclusione, della violenza», «si vuole dire che la legge viola la libertà di pensiero semplicemente per continuare ad odiare, a discriminare, ad essere “omofobi” nei riguardi di persone che oggi hanno meno diritti di altri e dunque è ancora più vigliacco nascondersi dietro ad un principio di libertà di espressione».

Ora, sappiamo tutti che l’on. Zan è l’estensore della proposta di legge contro l’omofobia, e sappiamo anche che disse che la legge non impedisce la libertà di pensiero e di opinione, e ancora che, di fronte a richieste di modifica da parte di parlamentari, stese in tal senso una correzione, che ha permesso alla legge stessa di passare al vaglio nella commissione giustizia. Orbene, l’on. Zan ha espressamente manifestato il grande paradosso, evidenziando chiaramente che quella modifica non avrà alcun senso, e la via della legge seguirà i traguardi futuri già in atto nelle altre nazioni, e la libertà di coscienza, di opinione, di pensiero andranno al vaglio della magistratura come atti di violenza e di discriminazione.

L’on. Zan, che sicuramente è persona intelligente, sa bene che la legge poggia su argomentazioni di tutela già previsti nella legislazione italiana. E sa pure che tale tutela, così come per tutte le persone, cittadine della nostra Repubblica –  come evidenziato dall’avvocato Peppino Zola nell’intervento “Il Dl omofobia è liberticida e inutile” – “prevede i reati di istigazione a delinquere (art. 414), di associazione a delinquere (art. 416), quelli contro la libertà sessuale (artt. 575, 581, 582, 584), quelli contro l’onore delle persone come l’ingiuria (594), di diffamazione (595), la diffamazione col mezzo della stampa (596bis), i reati contro la libertà personale (605, 609), la violenza privata (610), la minaccia (612), gli atti persecutori (612bis) … Inoltre l’attuale codice penale prevede anche le aggravanti all’art. 61 numeri 1,4,5,8,9,11, il che rende superflue le aggravanti previste dall’On. Zan. Se tutto ciò è già previsto, allora cosa serve una legge se non a limitare la libertà di pensiero, secondo i canoni del pensiero comune?”.

Gentilissimo Onorevole, lo ammetta, è inciampato in una grave contraddizione, che denota come di fatto quella sua modifica, a lungo andare, non avrà alcun senso, e nessuna tutela sarà data a coloro che la pensano in modo diverso: e ciò dando ragione a coloro che non condividono una legge inutile. E non ci venga a dire che non sarà così, poiché vi sono anche diversi appartenenti ad associazioni Lgbt che non sono d’accordo con lei e con la sua legge.

Come tanti – cattolici e non – sono rispettosi di persone omosessuali e/o transessuali, nessuno mette in dubbio questa convinzione, ma ci sa dire che male viene fatto a queste persone gay e lesbiche se non si condivide il matrimonio tra due persone dello stesso sesso? Se viene considerato discriminatorio il negare ad un bambino il diritto ad avere una mamma ed un papà? Se si trova specioso il mercato dei bambini e la compravendita da una “mamma” che concepisce un figlio per altri, spesso costretta da povertà? Se, quindi, non viene condiviso l’utero in affitto e la fecondazione assistita, è un delitto sociale da perseguire? È motivo di esclusione, come ha dichiarato la femminista e lesbica Marie-Josephe Bonnet, e per questa sua affermazione il movimento Lgbt la boicotta? Come mai persone con attrazione omosessuale, chiedono di non approvare una legge sull’omofobia, affermando di trovare rispetto, accoglienza e comprensione proprio nella Chiesa e in coloro che la frequentano, quella Chiesa presa di mira dalle manifestazioni Lgbt? 

La tutela delle persone deve essere doverosa e garantita a tutti, indistintamente dalle condizioni in cui si trovano, nessuno lo mette in dubbio. Però tutte le categorie delle persone sul nostro territorio vanno tutelate, senza privilegiarne alcuna, come se fosse una categoria avente una cittadinanza diversa dalle altre. E mi consenta, onorevole: le aspre parole da lei dette nei riguardi delle libere manifestazioni – promosse sul territorio da persone e associazioni che, in coscienza, liberamente difendono i valori familiari e sociali in cui credono – sono esse stesse intrise di insulti, di odio, di esclusione e di violenza, che la sua legge considererebbe perseguibili e soggette a pesanti aggravanti, e delle quali potrebbe tenerne conto.

Foto Ansa

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