Vedere Manchester City-Chelsea fa venire l’acquolina in bocca

Cronaca culinaria della sfida tra le squadre di Roberto Mancini e Roberto di Matteo. 2 a 1 per i citizens grazie al ritorno del ribelle Tevez.

Qualche anno fa era Valentino Rossi a conquistare Londra. Lo spot tv di una nota birra celebrava il suo feeling con l’Inghilterra: «C’è più gusto ad essere italiani». È la stessa impressione che avranno avuto ieri sera i tanti tifosi che riempivano l’Etihad Stadium, per il match tra Manchester City e Chelsea. La sfida tra due pagine della storia del calcio inglese ha visto come protagonisti due allenatori nostrani. Roberto Mancini contro Roberto Di Matteo: due tecnici dalle vicende diverse, con differenti curriculum alle spalle, ma di cui tanto si sta sentendo l’impatto nei reciproci ambienti in questo momento. Di Matteo è il meno esperto, ma gli sono bastati pochi giorni per cambiare una squadra bollita in un lesso da ristorante di gala. A confronto, Mancini pare già uno chef pluriaffermato: il suo City è un catering da matrimonio della famiglia reale, ma ha bisogno della vera consacrazione.

In più, per la squadra di casa urgevano tre punti fondamentali: domenica lo United aveva allungato in vetta a +4, e lasciarsi sfuggire l’occasione significava consegnare il titolo. I Blues, dal canto loro, volevano continuare a mostrare quanto di buono è venuto dopo l’esonero di Villas Boas: nel mirino, il quarto posto in classifica.

Il 2-1 finale è stato un cocktail spumeggiante di tutti questi ingredienti. Gli uomini di Mancini sono partiti subito forte: gli antipasti in apertura di gara di Zabaleta, Silva e Nasri hanno portato in meno di dieci minuti la squadra di casa vicina al gol. Ma il Chelsea ha preso fiato e non si è scoraggiato: il menù di Di Matteo ha puntato forte sulla paella di Fernando Torres, tornato in gol la scorsa settimana dopo un’eternità. È stato lui il più pericoloso dei suoi. Ma Hart è stato altrettanto bravo.

Il primo tempo è stato divertente e l’equilibrio ha faticato a rompersi. Ha steccato in pieno, per una volta, Balotelli: Mario sembrava un pregiato vino della Franciacorta inacetito quando al 30′ ha messo a lato la palla del 1-0 generosamente regalatagli da Lampard. Mancini è corso ai ripari, sostituendolo con Barry. La mossa è parsa azzeccata, perché il City nel secondo tempo aveva più concretezza a centrocampo, e quindi ripartiva meglio, tanto che Nasri al 58′ ha colpito un’altra traversa (su cross insidioso smanacciato da Cech). Purtroppo, però, nel momento migliore dei citizens, ecco che Cahill ha servito la sua pizza in faccia a Mancini: sugli sviluppi di un corner, il centrale difensivo dei Blues ha trovato il gol dello 0-1, complice la deviazione di Touré.

Ma il tecnico jesino non si è scomposto troppo, e ha messo sul fuoco il suo pezzo più pregiato: è tornato in campo dopo mesi d’inattività il ribelle Carlos Tevez, applaudito dal pubblico. E il manzo all’argentina ha funzionato, seppur i primi movimenti non fossero stati azzeccatissimi. Il City ha faticato, ma a 12 minuti dalla fine, ecco la svolta: Essien mura in area con le mani una conclusione di Zabaleta. Rigore. Aguero dal dischetto: 1-1. Dolce finale per Mancini: 8 minuti più tardi è stato proprio l’Apache a dare un pallone d’oro a Nasri in area. Il suo tocco è stato più delizioso di una Sant Honoré: 2-1 e rimonta completata.

Di Matteo ha messo in campo una squadra che si è comportata bene, peccato per il finale. Mancini ha azzeccato i cambi (Barry e Tevez) e soprattutto ha saputo dare fiducia ai suoi nel momento più difficile, quando erano sotto 0-1. Ora sono secondi, a -1 dallo United, e la corsa al titolo è sempre più appetitosa. Chissà, forse i due allenatori non vinceranno, ma certo in Premier stanno lasciando il segno: «Italians do it better!».
colpodireni.wordpress.it

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