Un augurio a tutte le mamme che ricominciano (che siano perfette o meno)

Sarà mica, che con la scusa del “suvvia, siamo tutte mamme imperfette” assecondo quella pigrizia che mi fa desistere dal tentare di dare di più?

Alla fine di settembre, con la scuola a frullatore continuo e il mix di attività pomeridiane da coordinare, rifanno capolino le mamme imperfette. Puntuali e rassicuranti come le castagne. Spopolano nei blog, nelle serie in streaming, negli editoriali delle riviste patinate. Premetto che a me queste mamme son sempre state simpatiche: son quelle che spacchettano le belle confezioni dei biscotti di pasticceria per farli sembrare loro, che mettono due volte il sale di cottura negli spaghetti perché son troppo concentrate ad ascoltare il teorema di… Pitagora, o – almeno una volta a semestre – dimenticano per cinquanta minuti un ultimogenito tra le braccia della maestra d’asilo. Queste donne mi son sempre state simpatiche perché strizzano l’occhio a tutte le mie imperfezioni e – subito dopo averle viste agitarsi in azione – in un attimo mi sento loro complice. Terribilmente complice.

Tanto che quest’anno, alle prime apparizioni, mi son detta: non sarò troppo connivente con questo stereotipo di madre manchevole? Sarà mica, che con la scusa del “suvvia, siamo tutte mamme imperfette” assecondo quella pigrizia che mi fa desistere dal tentare di dare di più? Insomma: mettersi nei panni della mamma imperfetta già alle sette di mattina col caffè in una mano e il rimmel nell’altra è un conto; arrendersi al fatto d’essere imperfette dopo l’ora dell’aperitivo quando si è cercato di rincorrere il modello di madre-attenta-più-che-posso è ben diverso. Presuppone d’aver fatto tutto il possibile prima della capitolazione.

E allora – nei buoni propositi di ottobre – ci metto quello di anelare un po’ di più allo status di madre doc, di cimentarmi – per dirne una – in un po’ più di “quality time” da spendere con la prole. Poi va da sé che la realtà non la determiniamo noi, ma va come va.
Pazienza se quando ti metti a disposizione della più grande, lei ti dice che “no, adesso non può proprio sedersi a parlar del weekend perché deve studiare per rimediare quel sei meno meno in scienze”, o quando prendi sulle ginocchia la più piccola – pronta a spiegarle i segreti sul come cucinare insieme le polpette al sugo – suona al campanello il nonno che s’è portato dietro anche il cucciolo di labrador… e allora addio polpette; anzi mettiamo proprio via il macinato che la bestiola se lo divora pure in un sol boccone.

Insomma, pazienza se alla fine ti devi arrendere al fatto che coi figli il tempo di qualità non esiste. Sì perché va sempre a finire che loro ti vogliono proprio quando ti sfrigge il ragù sulla piastra, ti arriva quella mail urgentissima del capo, o ti accorgi che se non paghi la multa per divieto di sosta entro un’ora, ti scatta la sanzione di mora dei più-di-cinque-giorni… Se non altro, avremo cercato di rendere migliore il rapporto, senza nascondersi da subito dietro l’alibi del “così fan tutte”. Per fortuna, ogni cucciolo d’uomo ha fiducia in colui a cui viene affidato: non vuole il migliore dei genitori possibili, ma il migliore dei rapporti possibili con quello stesso genitore imperfetto che gli è toccato in sorte. Buon riinizio a tutte le madri, imperfette o quasi.

Foto da Shutterstock

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