UIn scena il dramma dell’umano

La singolarità del Meeting di Rimini, in particolare quello di quest’anno così poco politico

La singolarità del Meeting di Rimini, in particolare quello di quest’anno così poco politico, è la capacità di offrire anche ad un laico risposte inaspettate, di «tracciare solchi nelle contrade del pensiero», come voleva Martin Heidegger, di indicare delle «stelle di senso», come le chiama l’arcivescovo del Quebec, Marc Ouellet. Un tragediografo cattolico, Paul Claudel, scrive che anche se «le ali ci mancano, abbiamo sempre sufficiente forza per cadere». è questa la funzione di quest’evento unico al mondo, dal dibattito sulla Costituzione europea alla ricerca scientifica, dal significato di Beatrice alla sfida laicista: tracciare un orizzonte incentrato sulla drammaticità della condizione umana e la conseguente necessità di un riscatto, offrire una speranza, a volte anche flebile, un appiglio alla trascendenza anche dove sembra meno probabile, uno spunto di sacralità che affiora, spesso inaspettato, dalla vita d’ogni uomo (per Julien Ries la scommessa metafisica accomuna le grotte di Lascaux e i quadri di Kandinsky). E‚ come nella leggenda ebraica e chassidica: le “peot”, i riccioli rituali degli ortodossi, che consentono agli angeli di trattenere, verso la vita e la superficie, l’anima del defunto. Abbiamo per troppo tempo creduto che non ci fosse alternativa al diktat così postmoderno di James Joyce in Dedalus: «Non volevo servire una fede alla quale non credo più, si chiami essa famiglia, patria o chiesa». Il patriarca di Venezia, Angelo Scola, al Meeting ha ricordato che è un prodotto di questa spossatezza l’uomo impagliato di T.S. Eliot, «le zampe di topo su frammenti di vetro», l’inconsistenza del passo, delle scelte, delle idee. Per questo Ouellet ha ribadito la necessità di «rimettere in moto la verità delle idee», di un nuovo concetto di libertà, da raggiungere attraverso una nuova sfida educativa, come ha spiegato il regale Nikolaus Lobkowicz riecheggiando le parole di Orazio nella prima Epistola: «Abbi il coraggio di sapere». Tutto questo offre il Meeting, think tank in perenne ricerca di filoni e spazi di discussione. “Purchè non sia silenzio”, titolo di uno spettacolo serale di quest’anno. Anche a costo di lasciare senza risposta le domande, perché «il domandare è la pietà del pensare» (Heidegger).

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