Terremoto. Ecco come si è attivato il Banco Alimentare

Intervista a Vittore Nescia, responsabile “approvvigionamento”. «I nostri volontari stanno raccogliendo aiuti che arrivano dalle industrie di generi alimentari. Rispondiamo alle richieste, senza ingolfare la macchina degli aiuti»

Le ore sono quelle generose, ma un po’ confuse dell’emergenza. Tempi.it ha chiesto a Vittore Nescia, responsabile “approvvigionamento” della Fondazione Banco Alimentare, come la onlus si sia messa in movimento per i primi soccorsi alle popolazioni colpite dal sisma in Emilia-Romagna e nella bassa Lombardia.
«In questo momento, il Banco Alimentare sta rispondendo alle richieste delle associazioni che sono convenzionate con noi e che monitorano la situazione per integrare l’azione della Protezione Civile. I nostri volontari stanno raccogliendo aiuti che arrivano dalle industrie di generi alimentari. Rispondiamo alle richieste, cercando di non ingolfare la macchina degli aiuti con azioni inutili. La Protezione Civile e i nostri volontari stanno gestendo gli aiuti con grande equilibrio. Naturalmente, siamo concentrati sull’aspetto alimentare, aiutando, ad esempio, quelle famiglie che si sono rifugiate da parenti o amici e che abbisognano di un’integrazione».
Pur nell’emergenza, Nescia predica sangue freddo: «È importante seguire le indicazioni. Gli aiuti istintivi e individuali, alla fine, rischiano di non essere utili: invece di generare aiuto, creano difficoltà. Non vogliamo limitare la generosità, bensì incanalarla in modo che sia più efficace, che arrivi allo scopo. In questi casi è più importante chiedere cosa serve, prima di donare».
«Il Banco – prosegue – non ha una funzione di intervento immediato: non è il nostro compito, non è la nostra mission. Ma di fronte a queste calamità, facendo tesoro delle esperienze precedenti, garantiamo rifornimenti alle associazioni che continueranno il loro lavoro di distribuzione. Quando si spegneranno i riflettori sull’emergenza, noi saremo sempre operanti».

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