Taxi, il governo fa marcia indietro sulle liberalizzazioni

Tutto come prima per i tassisti. Monti ritratta sul numero delle licenze e sulle tariffe e annuncia l'istituzione di una nuova Authority per i trasporti.

Il governo ha accettato che sul numero delle licenze dei taxi e sulle tariffe dei servizi tutto torni come prima: a decidere saranno direttamente comuni e regioni. Una marcia indietro che si è concretizzata in un emendamento che esclude la possibilità di concedere licenze a tempo, e apre alla scelta di lanciare i taxi collettivi. Entro il 31 maggio ci sarà una nuova Authority per i trasporti, operativa a partire da luglio. In caso di inosservanza dei propri provvedimenti potrà erogare sanzioni amministrative (da 2.000 a 50.000 euro di multa) i cui proventi finanzieranno progetti a vantaggio dei consumatori. L’Authority esprimerà pareri non vincolanti, di fatto ridotta a un ruolo di mera vigilanza. Se il parere sarà disatteso, potrà essere impugnato al Tar.

Per le associazioni di consumatori «non cambia nulla per gli utenti, ancora una volta ha vinto la lobby dei tassisti», mentre il presidente dell’Anci (Associazione dei comuni) si dice soddisfatto: «è un bene che siano i Comuni a decidere. Poi scatti il controllo sul rispetto dei criteri di libera concorrenza», seguito a ruota dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Politicamente risalta il silenzio del Pd e la presa di posizione del Terzo Polo, che in questo caso ha rinunciato all’appoggio incondizionato al governo Monti: «Il rischio è la palude» ha commentato Francesco Rutelli, «i nostri parlamentari si riuniranno per valutare quale comportamento avere in sede di voto». Mercoledì prossimo il testo arriverà in Senato ed è probabile che il governo chieda un voto di fiducia.

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