Tavolazzi, il grillino espulso dai Cinque stelle per aver violato il “Non statuto”

Intervista a Valentino Tavolazzi, "l'epurato" dal Movimento Cinque Stelle: «Quale articolo dello Statuto avrei infranto? Non capisco. Sono un militante di vecchissima data e non ritrovo in questo comportamento il Beppe Grillo che conosco da anni. Evidentemente il dibattito interno, in vista delle amministrative, non s’ha da fare»

Epurato da Beppe Grillo. È toccato a Valentino Tavolazzi, consigliere a Ferrara per la lista civica “Progetto per Ferrara” appoggiata dal Movimento 5 Stelle. Tavolazzi, amico di Grillo di vecchia data, ha partecipato a due meeting di confronto interno sui temi «vitali per il futuro del movimento». E l’iniziativa, tutta nel segno della democrazia partecipata che dovrebbe costituire il Dna del Movimento 5 Stelle, a Beppe Grillo non è piaciuta.
L’ex comico l’ha messo alla porta senza tanti complimenti, direttamente dal suo blog: «Tavolazzi non ha purtroppo capito lo spirito del M5S, che è quello di svolgere esclusivamente il proprio mandato amministrativo e di rispondere del proprio operato e del programma ai cittadini. Non certamente quello di organizzare o sostenere fantomatici incontri nazionali in cui si discute dell’organizzazione del M5S, della presenza del mio nome nel simbolo, del candidato leader del M5S o se il massimo di due mandati vale se uno dei due è interrotto. Sarà sicuramente in buona fede, ma Tavolazzi sta facendo più danni al M5S dei partiti o dei giornali messi insieme. A mio avviso ha frainteso lo spirito del M5S, ha violato il “Non Statuto” e messo in seria difficoltà l’operato sul campo di migliaia di persone in tutta Italia. Per questo, anche di fronte ai suoi commenti in cui ribadisce la bontà di iniziative che nulla hanno a che fare con il M5S, è per me da oggi fuori dal M5S con la sua lista “Progetto per Ferrara”. Chi vuole lo segua. Beppe Grillo». 
La base non l’ha presa benissimo, e ha invaso di commenti il suo blog, al grido di “Beppe, sei come Hitler”. Ma esattamente di cosa si è parlato, in questi incontri? «È stata una giornata in cui tanti hanno potuto esprimere liberamente le proprie opinioni e proposte sui temi citati ed altri. Non riesco a comprendere l’accanimento contro iniziative di questo tipo» racconta uno sconcertato Tavolazzi a tempi.it.

Si aspettava una reazione di questo tipo? 
Assolutamente no, ci siamo sentiti due giorni fa, al telefono non mi ha detto nulla. Sono caduto dal pero. Ho saputo della mia esclusione politica leggendo beppegrillo.it. 

Crede di aver fatto qualcosa che va contro i principi del vostro Movimento?
Il motto è sempre stato: “Uno vale uno”. Significa che le forme di democrazia diretta costituiscono degli ottimi percorsi di proposta e di approfondimenti. Delegittimarle senza conoscerle è un errore. Tanti, da anni, si impegnano per quel principio che Beppe ci ha fatto amare, ma che a quanto pare resta sulla carta. Io penso che il Movimento non possa esprimersi solo attraverso la rete. Occorre anche fare, parlare, discutere. E nessuno, tantomeno Beppe, può darmi del separatista. Questa divisione tra ortodossi e traditori non mi piace. E non mi aspettavo di essere ascritto alla seconda categoria.

In rete in centinaia hanno solidarizzato con lei, definendola “uno dei più competenti e coraggiosi consiglieri del Movimento 5 stelle». Ma si può espellere qualcuno da un partito che non ha tessere?
Ovviamente no. E poi vorrei sapere: quale articolo dello Statuto avrei infranto? Davvero, non capisco. Sono un militante di vecchissima data, ci ho creduto e continuo a crederci, e non ritrovo in questo comportamento il Beppe Grillo che conosco da tanti anni. Probabilmente il dibattito interno, in questo momento di nervosismo, di tensione politica palpabile in vista delle amministrative, non s’ha da fare. Le teste pensanti risultano scomode, in un momento in cui serve compattezza.

Sta dicendo che si è voluto punirne uno per educarne cento?
Immagino che la mia epurazione debba servire da esempio per gli altri. Forse vuole additare una tendenza, che potrebbe portare a scossoni all’interno del Movimento. Grillo predica da sempre una democrazia partecipata, e io penso che ci creda ancora. Proprio per questo io mi sono speso, per tutti questi anni. Ho la coscienza a posto, per fortuna c’è internet, che può confermare tutto ciò che ho fatto per far crescere il Movimento. Sono certo di poter godere della sua stima. 

E a lei sta bene così? Senza rancore? 
Mi ha sacrificato per il bene del Movimento. Che anche a me sta molto a cuore. Non voglio che questa storia indebolisca gli ideali in cui ho sempre creduto, e credo ancora.
Twitter: @SirianniChiara

Exit mobile version