Tanto per “disarticolare” le Br cominciano da Bertinotti

Terrazze romane 20

Vi è un’altra vittima dell’agguato terroristico che la mattina del 20 maggio è costata la vita al professore Massimo D’Antona. È la campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento europeo. La quale, già distorta dalla volontà dichiarata di tutti i partiti di fare del voto del 13 giugno una grande verifica di politica interna, per misurare i loro rapporti di forza e condizionare quel che resta della legislatura cominciata tre anni fa, è sottoposta ora anche a una logica perversa da anni di piombo. Spiace dirlo, ma i nuovi brigatisti rossi, pur sparando pallottole e parole contro il partito di D’Alema e Veltroni, accusato di avere tradito le classi più deboli e di seguire una sostanziale politica di destra, gli hanno regalato il vantaggio della vittima nella caccia al voto. E hanno messo paradossalmente nei guai Bertinotti, che pure con la sua opposizione da sinistra alla politica economica, sociale ed estera del governo, si ritrova almeno in parte con l’analisi – come ha detto lui stesso – che i terroristi fanno della situazione italiana ed internazionale. Ora il leader della sinistra che si dichiara orgogliosamente “antagonista” si trova nella scomoda e pericolosa posizione di uno che è sospettato e accusato, per esempio dal concorrente Cossutta, di fiancheggiamento quanto meno oggettivo del terrorismo. Non sarà facile per lui raccogliere consensi.

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