Tagli alla politica, Compagna (Pdl): «La volgare polemica sulla casta indebolisce la democrazia»

La Camera decide tagli ai parlamentari per un totale di 1.300 euro lordi a testa. Il Senato ha fatto una riunione ieri. Intervista a Luigi Compagna (Pdl): «Dietro questa volgare discussione aperta sulla casta, io piuttosto vedo un attacco in malafede alle istituzioni della democrazia. Non si può sottomettere al controllo sindacale la vita di un Parlamento»

Tagli intorno ai 1.300 euro (500 in meno di diaria e altri 500 di indennità lorda), rendiconto della somma per i portaborse e passaggio al sistema previdenziale contributivo. Queste sono le misure messe in atto alla Camera per tagliare i costi della politica. Ieri in Senato c’è stata una riunione dell’ufficio di presidenza, dove si parlerà dei provvedimenti che intende adottare Palazzo Madama. Così i parlamentari mettono in atto quanto previsto dal decreto “salva Italia” poco prima di Natale, e forse anche per difendersi dalle polemiche sulla cosiddetta casta. Luigi Compagna, senatore del Pdl, ne discute con tempi.it.

Cosa ne pensa dei provvedimenti adottati a Montecitorio?
Per quanto riguarda la busta paga dei deputati non mi pronuncio, perché non mi pare elegante. Del Senato non parlo perché non faccio parte dell’ufficio di presidenza. Se mi chiede cosa ne penso in generale, invece, rispondo che la mia sensazione è che si tratti di una campagna molto demagogica. Volgare.

Perché?
Una ragione la leggo negli stessi titoli dei giornali. Si è parlato di un provvedimento sulle retribuzioni, che non devono essere superiori a quelle del primo presidente di Cassazione; ma ad oggi funziona già così. Per questo mi sembra un discorso solamente anti-casta.

Per curiosità senatore, a quanto ammonta però la sua busta paga?
La mia busta paga? Io non ho una busta paga. Ma un conto online da cui vengono prelevati i rimborsi per i portaborse e la segreteria politica. Comunque le nostre buste paga sono online e si possono vedere.

A giudicare dalla busta paga pubblicata online dal senatore Idv Stefano Pedica, pare oscilliate intorno agli 11 mila euro al mese. Ci può spiegare perché?
Certo, ma voglio spiegare anzitutto le ragioni storiche. L’indennità è una conquista dei parlamentari di sinistra nell’età giolittiana, inserita al posto del rimborso per la tratta di treno da Roma perché si vuole che il rappresentante sia nazionale e non del singolo collegio, e per permettere a chiunque, a prescindere dal ceto di appartenenza, di partecipare alla politica, cosa altrimenti impossibile. Per quanto riguarda tutta la polemica della casta mi sembra solo un can can che dimentica che il parlamentarismo è l’organizzazione della democrazia, perciò non si può sottomettere al controllo sindacale la vita di un Parlamento, la presenza o l’astensione dai lavori delle Camere. E glielo dice uno che è sempre presente (vero: ha l’88 per cento di presenze, contro il 5 per cento di assenze, ndr). Dietro questa volgare discussione aperta sulla casta, io piuttosto vedo un attacco in malafede alle istituzioni della democrazia, perché c’è molta omertà silenzio e complicità in quel che avviene sul sistema di spesa pubblica delle autonomie. Fate un’inchiesta sulle Regioni, piuttosto: ne vedrete delle belle.

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