Strage di Gallura, fermato un sospettato

Alberto Frigeri, 34 anni, artigiano che lavorava in casa delle vittime, non ha convinto gli investigatori già negli interrogatori di ieri. Potrebbe essere stato "il palo" di un gruppo di killer ripreso dalle telecamere di sorveglianza

I Carabinieri di Tempio hanno fermato nel primo pomeriggio di oggi un uomo per il triplice omidicio di Gallura, in cui sono morti Giovanni Azzena, la moglie Giulia e il figlio Pietro, 12 anni. L’uomo, un artigiano che stava eseguendo dei lavori nell’abitazione, era tra quelli che non aveva convinto i carabinieri con il proprio alibi nel corso degli interrogatori di ieri. Inoltre ci sarebbero gravi indizi contro l’artigiano, Angelo Frigeri di 34 anni, probabilmente anche le immagini riprese da alcune telecamere di sorveglianza di negozi vicini all’abitazione degli Azzena, che avrebbero ripreso in particolare un gruppo sospetto di 3 uomini.

HA RIVELATO ALCUNI PARTICOLARI. Frigeri nel corso degli interrogatori sarebbe crollato, rivelando lui stesso altri particolari sulla dinamica del delitto. L’uomo in particolare sarebbe stato ripreso fuori dalla casa, mentre altri due uomini vi entravano dentro, e avrebbe svolto la funzione di “palo” del gruppo. Frigeri era anche amico degli Azzena, ed essendo specializzato in impiantistica, stava eseguendo dei lavori nella casa. È possibile che i cavi elettrici o telefonici usati per strangolare le tre vittime fossero suoi. Dopo il fermo dell’uomo, e mentre questi veniva condotto fuori dalla caserma, una piccola folla ha inveito contro di lui gridando «Bastardo, bastardo!».

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