Sono valsusini i due fermati per l’assalto al cantiere della Tav

Il fronte No Tav sottolinea la provenienza dei due per ribadire che esiste una resistenza popolare al progetto della Torino-Lione. Stasera partirà una fiaccolata di solidarietà per i due

Sono valsusini, di Mattie, i due fermati dalla Digos per l’assalto al cantiere della Tav nella notte tra venerdì e sabato.  Cristian Rivetti (33 anni) e Emanuele Davì (41 anni). La Questura di Torino comunica che sono stati trovati in possesso di «caschetti protettivi, guanti da lavoro, mascherina da saldatore in plastica, occhiali da piscina, torce elettriche, maschere antigas, passamontagna tipo mefisto, fionda, un sacchetto in tessuto di jeans contenente circa 140 pietre, cesoie e una matassa di cavo elettrico».

Dal fronte No Tav la provenienza locale è rivendicata, con il chiaro intento di dimostrare l’esistenza di una resistenza popolare alla realizzazione della Torino-Lione. Scrive infatti il sito Notav.info: «Ci dispiace per i vari Si Tav ma i due notav sono di Mattie, Val Susa, la Valle che Resiste e non fanno parte dei soliti mostri da sbandierare: centri sociali antagonisti o il bau bau dell’anarco insurrezionalista. Nonostante i trionfalismi della lobby Si Tav, il dato di fatto è che la resistenza popolare a questa nefandezza non si arrende e non si rassegna, e la lotta continua». Contemporaneamente, però, si dice che il fermo è l’ennesima provocazione della repressione. E questa sera, con partenza da Mattie, il movimento convoca una fiaccolata di solidarietà con i fermati.

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