«Sono stato espluso dal Movimento 5 stelle ma Grillo prima o poi mi riammetterà»

Valentino Tavolazzi è stato epurato dal movimento di Beppe Grillo un mese e mezzo fa: «Ma qualche giorno fa mi ha lasciato un messaggio in segreteria: "Non ce l'ho mica con te, ora sono molto impegnato col tour elettorale, poi vedremo"».

È stato espulso il 5 marzo, direttamente dal blog di Beppe Grillo. La storia di Valentino Tavolazzi, consigliere per la lista civica “Progetto per Ferrara”, appoggiata dal Movimento 5 Stelle, la raccontano due foto su Facebook. La prima, a fianco del comico genovese, amico di sempre. La seconda è successiva all’epurazione, e lo raffigura solo, con la bandiera del Movimento sulle spalle. «Per me da oggi fuori dal M5S. Chi vuole lo segua» ha scritto Beppe Grillo sul suo blog, un mese e mezzo fa. Poche parole che hanno scatenato un fiume di polemiche. Nell’occhio del ciclone due incontri, svoltisi in Emilia Romagna, di confronto interno. Sullo sfondo, il nervosismo causato dalle amministrative (in Emilia Romagna il Movimento di Grillo ha registrato, nella scorsa tornata elettorale, valori dell’8-10%).

Tavolazzi, ricostruiamo la storia? 
“Progetto per Ferrara” è una lista civica presentata nel 2009, quando il Movimento 5 Stelle non esisteva. Quando Beppe decise di partecipare alle elezioni, che si sarebbero tenute a giugno, le liste erano già in corsa: lui si limitò a certificarle. Le liste in cambio accettavano alcune regole (i candidati dovevano essere incensurati, non iscritti ad alcun partito, eccetera) e potevano così utilizzare il nome di Beppe Grillo nella campagna elettorale.

Quindi vi siete visti nel giugno 2009?
È venuto a Ferrara, ha presentato la nostra lista e io sono stato eletto consigliere comunale. Nel 2010 abbiamo deciso di partecipare alle elezioni regionali, candidando Giovanni Favia e Andrea De Franceschi, successivamente divenuti consiglieri regionali. Ovviamente tutto con la benedizione di Beppe Grillo e del suo staff. Negli anni successivi io vengo chiamato a relazionare spesso agli incontri che organizza, come per esempio quello sul referendum per decidere le sorti dell’acqua pubblica. In tante uscite pubbliche Grillo citava il caso Ferrara, e quindi anche me in quanto consigliere comunale, come esempio di politica molto efficace.

Fino all’epurazione. Cosa ha fatto di sbagliato?
Alla fine del 2011 si organizza un evento, il “Democracy day”: in sostanza, un esempio democrazia diretta. Partecipano molti giovani, tra cui 250 tra attivisti ed eletti del Movimento 5 Stelle in Emilia Romagna. È stata una giornata in cui tanti hanno potuto esprimere liberamente le proprie opinioni e proposte. Non riesco a comprendere l’accanimento di Grillo contro iniziative di questo tipo. Poi c’è stato il primo incidente di percorso.

Vale a dire?
Ci fu un ordine del giorno, presentato dal consigliere regionale De Franceschi, a difesa del lavoratori dell’Unità, che stava per chiudere. Intervenne Beppe dicendo che tutti i giornali sono finanziati dallo Stato e quindi non vanno difesi. De Franceschi fu criticato apertamente e fu invitato a uscire dal Movimento, se non fosse stato d’accordo.

Sul blog si riporta anche una conversazione privata avvenuta tra 11 consiglieri sulla loro chat di Facebook.
Noi avevamo posto un problema di democrazia interna. Attualmente la possibilità di votare e discutere è in gran parte nelle mani della Casaleggio Associati, a cui Grillo ha demandato la costruzione del portale. È evidente che se oggi questi strumenti sono un po’ indietro – rispetto alle esigenze del movimento – e se questo viene fatto notare, da parte dello staff (anche se dovrebbe essere solo un braccio operativo e non politico) ci sia un po’di fastidio. Ci siamo mossi chiedendo più partecipazione, come lo Statuto invoca e propone, ma la parte tecnica non è ancora pronta. Forse hanno visto in questo nostro agire una critica.

E la riunione di Rimini?
Si tratta di un’iniziativa di un gruppo di attivisti, nata su Facebook: partecipano 300 persone, tra cui ci sono io. Beppe ha attaccato duramente l’iniziativa. Io invece l’ho difesa perché ero presente, e mi sono limitato a raccontare quello che ho visto: una bella iniziativa, con tanti giovani. Dopo qualche giorno è arrivata l’epurazione. Senza neanche un telefonata, l’ho scoperto leggendo il suo blog.

Da allora cos’è successo? Da che parte si sono schierati i militanti?
C’è stata un gran discussione interna. L’assemblea regionale mi difende e decide di mandare una lettera di chiarimenti a Beppe Grillo. Viene pubblicata sul suo blog e sottoposta a votazione. Ne esce una contro-lettera, che invita a evitare una discussione aperta sul tema delle espulsione, ma prende meno voti della prima. A questo punto, arriva la telefonata di Grillo.

Se non fossero arrivati tanti commenti l’avrebbe chiamata comunque?
Questo non lo so. Adesso è in giro, col camper, a fare comizi, non è facile trovare il tempo. È un tour faticosissimo. Grillo è una persona molto intelligente, credo che si sia reso conto di aver preso una decisione avventata.

Che vi siete detti? 
Mi ha lasciato un messaggio vocale, in segreteria. Sul suo blog ha scritto che io ero fuori dal Movimento perché avevo fatto danni, ero andato contro il non-statuto. Al telefono, invece, è stato allegro e molto amichevole: “Ciao Valentino, come stai? Non ce l’ho con te, è stata presa una decisione ma stai tranquillo, poi vedremo, più avanti. Ora ho molto da fare, sono impegnato, un abbraccio”.

Che cambiamento di umore repentino. Come se lo spiega?
Evidentemente un gruppo attivo, come il nostro, è stato ritenuto in anticipo sui tempi. Questa è una mia impressione, sia chiaro: le motivazioni dell’espulsione sono tuttora sconosciute. Ma intendiamo assolutamente conoscerle.

Quando, scusi?
Dopo le elezioni. Immediatamente dopo ci sarà il tempo.

@SirianniChiara

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