Solo il Papa resiste

Senza ombrello, sotto il temporale

Ci eravamo giurati di non scrivere nulla sulla guerra, non perché la guerra non si debba parlare ma perché il livello di chiacchiericcio ha raggiunto sull’argomento livelli di guardia: ognuno si ritiene in dovere di dire la sua, dopo aver ricevuto le veline di chi gli sta sopra (senza differenza di schieramenti e quasi senza eccezioni). Noi sulla guerra diciamo che siamo solo contro: uno anarco cattolico, l’altro anarco marxista ci rifacciamo al principio del bistrattato Pio XII che nel 1939 pronunciò quella verità che non ha mai ricevuto smentite: “Con la pace tutto è possibile, con la guerra tutto è perduto”. In effetti i fatti stanno dimostrando che in guerra è facile entrarci ed è poi difficile uscirne anche se il conflitto mette di fronte potenze con mezzo miliardo di persone e 20mila dollari pro capite e una cosiddetta potenza con 10milioni di persone e 2.278 dollari di reddito pro capite (rapporto: 50 a 1 per popolazione; 900 a 1 per forza economica). Il fatto è che la guerra i disastri non li fa solo sul campo di battaglia ma anche lontano da lì. Li fa nel cervello delle persone. Oggi la struttura cerebrale dominante è intessuta di irrazionalismo. Nel caso specifico, abbiamo due poli di oscillazione: i proclami guerrafondai e il chiacchiericcio. Cioé il predicatore Pat Robertson e lo sbrodolatore Maurizio Costanzo. Le pseudo apocalissi e Novella 3000. In mezzo, che sarebbe poi l’ambito in generale della ragione e nel caso specifico della ragione che costruisce la politica, non c’è più nulla. C’è il presidente Clinton che pontifica sul fatto che non si può celebrare la resurrezione di Cristo finché un pulizia etnica è in atto. E c’è il Citati di turno che dal calduccio della sua scrivania ci intrattiene con una tra le miliardi di ovvietà sentite in questi giorni. In mezzo qualcuno che pensi e agisca secondo la razionalità della politica, non lo abbiamo trovato (domande semplici: cosa si poteva fare per evitare il crak, come uscire, come riorganizzare quell’area disastrata; al limite, su livelli più segreti, come eliminare quel pazzo di Milosevic senza seminare di bombe un intero paese…). Forse per questo c’è da esser grati al Papa. Perché ha creduto ancora alla politica, a riempito, in solitudine, quel vuoto immenso che si è aperto nei cervelli, laici e religiosi, dell’occidente. Come ha scritto il marxista Asor Rosa su Repubblica del 6 aprile: “Solo il Papa resiste, perché attualmente solo il Papa e una parte del mondo cattolico non coincidono con l’Occidente”.

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