In Sicilia sono più buoni

La Regione di Cuffaro crea uno strumento per tradurre in fatti il principio di libertà di scelta nel campo dell’educazione

Anche la Sicilia ha da mercoledì 25 settembre la sua legge sul Buono scuola. A 15 mesi dal suo insediamento, il Governo regionale, presieduto da Salvatore Cuffaro, ha centrato uno dei punti più qualificanti del suo “Contratto con gli elettori”. Si tratta di una legge innovativa anche nel modo in cui è maturata ed è stata proposta. Proprio nel corso della campagna elettorale, i due candidati Cuffaro e Orlando assunsero l’impegno a varare una legge sul Buono scuola, sottoscrivendo un testo proposto da un Comitato costituitosi nei mesi precedenti. Dello stesso facevano parte associazioni, laiche e cattoliche, in rappresentanza delle famiglie, degli insegnanti e più in generale della società civile. A pochi mesi dalla sua elezione il presidente Cuffaro ha provveduto a tradurlo in disegno di legge del Governo che la scorsa settimana, dopo un lungo dibattito, che ha consentito di migliorare l’impianto legislativo iniziale, è divenuto legge. L’iter è stato abbastanza veloce per consentire di portare la legge a regime nel corso dell’anno scolastico. «Si tratta di un provvedimento importante – ha dichiarato Cuffaro – perché riconosce alle famiglie il diritto di scegliere la scuola che ritengono migliore per i loro figli. La legge apre prospettive nuove sulle politiche di welfare in Sicilia, perché renderà le famiglie siciliane protagoniste in prima persona delle scelte più importanti in tema di istruzione ed educazione». Proprio nelle scorse settimane è stato varato dalla Giunta di Governo il primo documento operativo che, recependo le linee di indirizzo della legge n. 328 del 2000 sulle politiche socio-assistenziali, ha avviato un profondo rinnovamento di tutto il settore nell’isola. Ma la legge sul Buono scuola non afferma solo un principio, ma stanzia oltre 65 milioni di euro, cifra ben superiore a quella prevista da altre regioni che hanno legiferato analogamente. «La peculiarità della nostra legge – spiega il Capo di Gabinetto della Presidenza della Regione, Salvatore Taormina – è data dal fatto che introduce un criterio di proporzionalità nella determinazione dell’importo del buono. Sarà attribuito incrociando il reddito familiare, con la composizione del nucleo familiare, consentendo una equa ripartizione dei fondi e privilegiando le famiglie meno abbienti». Il buono scuola sarà spendibile nelle scuole statali o paritarie, cioè quelle che per godere del finanziamento pubblico hanno deciso di ottemperare ai criteri, ai vincoli e ai controlli stabiliti dalla recente legge nazionale n. 62 del 2000. La legge inoltre riconosce la piena legittimità dell’associazionismo, facendo partecipi 5 rappresentanti di quello familiare e scolastico, nell’attività di un Osservatorio che verificherà i risultati conseguiti. «Essa – ha dichiarato Lo Castro, Presidente del Forum delle associazioni familiari della Sicilia – coinvolgendo nella sua applicazione le Associazioni familiari, ne riconosce il ruolo di intermediazione fra le Istituzioni e la famiglia. Ciò è un fatto innovativo e costituisce un precedente anche per altre esperienze o altre situazioni». L’impostazione data a questa legge apre prospettive per la prossima attività di Governo. Afferma un principio nuovo: offrire servizi ai soggetti destinatari degli interventi incentivandone la capacità di scelta. è il principio del voucher che il Governo Cuffaro intende applicare dalla sanità al lavoro. «Il nostro compito – ha precisato Cuffaro – non è esaurito. Proseguirà adesso con l’approvazione di una legge sul diritto allo studio universitario e continuerà con la costituzione dell’Assesso-rato alla famiglia e con una legge di riordino del settore del non profit in Sicilia».

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