Severino (ministro Giustizia): No all’amnistia, sì al braccialetto elettronico

Il guardasigilli Paola Severino è consapevole della grave situazione delle nostre carceri ma non è favorevole né alla costruzione di nuovi penitenziari né all'amnistia. Rilancia, invece, l'uso del braccialetto elettronico, un «successo» in Europa e negli Stati Uniti

Il neo ministro alla Giustizia, Paola Severino, ha parlato ieri davanti alla commissione Giustizia del Senato. Ha esposto la grave situazione delle nostre carceri sovraffollate che «non sono sostenibili e non compatibili con il rispetto dei diritti fondamentali della persona». Ma, ha detto il ministro, né la costruzione di nuovi carceri né l’amnistia sono provvedimenti all’ordine del giorno. Secondo il ministro, invece, occorre rafforzare la detenzione domiciliare, in particolar modo attraverso l’uso del braccialetto elettronico. Tale modalità, ha proseguito il ministro, è un «successo» in Europa e negli Stati Uniti, anche se in Italia è stato un «fallimento».

Ora la Severino promette che, d’intesa col ministro degli Interni Anna Maria Cancellieri, studierà una soluzione per ampliare le forme di misura alternative alla detenzione, distinguendo tra carcere preventivo e carcere definitivo. «Se il problema non è irrisolvibile come sembra – ha spiegato il guardasigilli –, si potrebbe varare un progetto per l’uso del braccialetto, con risparmi notevoli. È evidente che il suo costo sarebbe compensato dai risparmi derivati dalla mancata detenzione. E sarebbe un risparmio notevole». 

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