Seggiolino anti-abbandono, una tassa sulla paura a favore dei produttori

La cosa assurda è che adesso dovremo stare più attenti a non dimenticare il dispositivo e gli scontrini, che i nostri figli...

Gentile direttore, sono una mamma di due bambini piccoli e scrivo a caldo e un po’ sconcertata per aver saputo, stamattina, durante un conciliabolo con altre “colleghe mamme” davanti all’entrata dell’asilo, che è scattato da oggi l’obbligo di avere in auto i seggiolini con dispositivi anti abbandono.

Tornata a casa ho cercato di informarmi (le assicuro che in queste ore le chat whatsapp delle mamme sono più bollenti del solito) e ho scoperto quanto segue:

  1. Chi trasporta bambini fino a quattro anni è obbligato ad avere questi dispositivi a bordo, pena una multa da 81 a 326 euro e la decurtazione di 5 punti dalla patente e, in caso di recidiva nei due anni successivi, la sospensione della licenza di guida da 15 giorni a due mesi.
  2. Tale obbligo, in verità, avrebbe dovuto entrare in vigore nel marzo 2020, invece stamattina, con grande sorpresa di tutti (mia, delle mamme, ma mi pare di capire pure degli agenti di polizia o dei vigili che dovrebbero fare i controlli) è entrato in vigore subito, come un fulmine a ciel sereno. Ho trovato questo link sul sito del ministero dei Trasporti e questo sul sito della polizia col decreto.
  3. Dal governo (bontà loro) è stato previsto un incentivo di 30 euro per l’acquisto del seggiolino, ma, attenzione, «fino a esaurimento dei fondi stanziati. Ovvero 15,1 milioni per il 2019 e un milione per il 2020».

Da quanto mi è dato capire, tale obbligo coinvolgerà 1 milione e 800 mila famiglie in Italia. Ora, io mi chiedo come sia possibile fare le cose in questo modo, in tutta fretta, senza preavviso. Ovvio che tutti adesso corrano a comprare questi seggiolini e, siccome non è assolutamente chiaro “come” e “quando” saranno erogati questi fantomatici incentivi, tutti consigliano di tenere lo scontrino. Capito? Intanto paghi, poi forse ti rimborseranno. Le assicuro che, a un primo giro su internet, questi seggiolini costano più di 30 euro…

Non penso che tutti siano nella mia condizione, ma se, come me, hanno due figli di età inferiore ai 4 anni, la spesa raddoppia. E se hai due macchine? E se i bimbi sono sull’auto dei nonni o della zia o del vicino di casa, che facciamo ogni volta, spostiamo i seggiolini? Quindi la spesa non solo raddoppia, ma triplica, quadruplica, decuplica… Possibile che tutte le volte dobbiamo essere noi famiglie a rimetterci? Leggo tanti discorsi sulla natalità zero in Italia, sull’inverno demografico eccetera eccetera, ma se poi ogni volta dobbiamo essere noi famiglie a farci carico di tutto, non è che stiamo sbagliando qualcosa!?! Perché vengono a “mungere” sempre noi?

Conosco i casi di cronaca che hanno portato a introdurre questa norma, eppure ho come la vaga impressione che qualcosa non quadri. Per evitare spese eccessive si potrebbe anche comprare il dispositivo d’allarme e poi passarlo da un seggiolino ad un altro ma, a parte che alcuni seggiolini hanno già integrato il dispositivo (i produttori mica sono scemi) e non riconoscono gli altri, arriviamo al paradosso che per non dimenticare il figlio dobbiamo sempre ricordarci di spostare il dispositivo! Assurdo.

Una mamma

Gentile signora, questa è una specie di “tassa sulla paura” a favore dei produttori di seggiolini. Capisco la tragedia di quei genitori cui è capitata la sventura di dimenticare un figlio in auto, ma io chiamerei le cose col loro nome. Esiste l’angoscia di dimenticare i figli in auto? Sì. Qualcuno potrebbe opporsi a fare qualcosa per evitare queste tragedie? Nessuno. Lo Stato italiano è cinico. Ha visto uno spiraglio su cui mettere una “tassa” e, tac!, ce l’ha messa. 

Foto Ansa

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