Gentile direttore, sono una mamma di due bambini piccoli e scrivo a caldo e un po’ sconcertata per aver saputo, stamattina, durante un conciliabolo con altre “colleghe mamme” davanti all’entrata dell’asilo, che è scattato da oggi l’obbligo di avere in auto i seggiolini con dispositivi anti abbandono.
Tornata a casa ho cercato di informarmi (le assicuro che in queste ore le chat whatsapp delle mamme sono più bollenti del solito) e ho scoperto quanto segue:
Da quanto mi è dato capire, tale obbligo coinvolgerà 1 milione e 800 mila famiglie in Italia. Ora, io mi chiedo come sia possibile fare le cose in questo modo, in tutta fretta, senza preavviso. Ovvio che tutti adesso corrano a comprare questi seggiolini e, siccome non è assolutamente chiaro “come” e “quando” saranno erogati questi fantomatici incentivi, tutti consigliano di tenere lo scontrino. Capito? Intanto paghi, poi forse ti rimborseranno. Le assicuro che, a un primo giro su internet, questi seggiolini costano più di 30 euro…
Non penso che tutti siano nella mia condizione, ma se, come me, hanno due figli di età inferiore ai 4 anni, la spesa raddoppia. E se hai due macchine? E se i bimbi sono sull’auto dei nonni o della zia o del vicino di casa, che facciamo ogni volta, spostiamo i seggiolini? Quindi la spesa non solo raddoppia, ma triplica, quadruplica, decuplica… Possibile che tutte le volte dobbiamo essere noi famiglie a rimetterci? Leggo tanti discorsi sulla natalità zero in Italia, sull’inverno demografico eccetera eccetera, ma se poi ogni volta dobbiamo essere noi famiglie a farci carico di tutto, non è che stiamo sbagliando qualcosa!?! Perché vengono a “mungere” sempre noi?
Conosco i casi di cronaca che hanno portato a introdurre questa norma, eppure ho come la vaga impressione che qualcosa non quadri. Per evitare spese eccessive si potrebbe anche comprare il dispositivo d’allarme e poi passarlo da un seggiolino ad un altro ma, a parte che alcuni seggiolini hanno già integrato il dispositivo (i produttori mica sono scemi) e non riconoscono gli altri, arriviamo al paradosso che per non dimenticare il figlio dobbiamo sempre ricordarci di spostare il dispositivo! Assurdo.
Una mamma
Gentile signora, questa è una specie di “tassa sulla paura” a favore dei produttori di seggiolini. Capisco la tragedia di quei genitori cui è capitata la sventura di dimenticare un figlio in auto, ma io chiamerei le cose col loro nome. Esiste l’angoscia di dimenticare i figli in auto? Sì. Qualcuno potrebbe opporsi a fare qualcosa per evitare queste tragedie? Nessuno. Lo Stato italiano è cinico. Ha visto uno spiraglio su cui mettere una “tassa” e, tac!, ce l’ha messa.
Foto Ansa