Se passa il referendum si blocca tutto, anche 10 mila nuovi posti di lavoro

All'indomani del pronunciamento della Corte Costituzionale, che accetta il referendum proposto dall'Idv e che può compromettere l'avvento del nucleare in Italia. Parla Silvio Bosetti, direttore generale di EnergyLab-a2a: «Non sono un nuclearista convinto, ma senza non andiamo da nessuna parte». L'ingegnere spiega la situazione italiana e perché non possiamo fare a meno dell'atomo e dei circa 10 mila posti nuovi di lavoro che creerebbe

«Io non sono un nuclearista convinto, ma senza non andiamo da nessuna parte». Si presenta così Silvio Bosetti, direttore generale di EnergyLab-a2a, fondazione che sostiene la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione nel settore dell’energia e dell’ambiente. A Tempi spiega perché l’Italia non può fare a meno dell’energia nucleare, perché deve muoversi da subito senza perdere tempo, perché le rinnovabili vanno bene ma non bastano. «L’80% della nostra energia proviene dal gas che importiamo, ma così possiamo andare avanti al massimo 10 anni».

Oggi l’Italia ha bisogno dell’energia nucleare?
E’ un investimento a lungo termine. Oggi occorre avviare una politica di investimenti per avere tra il 2020 e il 2050 energia elettrica economica, nel rispetto dell’ambiente e sicura dal punto di vista degli approvvigionamenti. Per questi tre motivi, oggi non possiamo rinunciare al nucleare. Noi dipendiamo attualmente dal gas che importiamo dall’estero e la dipendenza dai combustibili fossili ha un impatto ambientale molto forte, a causa delle emissioni di CO2. La fonte nucleare non solo è economica ma è anche un’opportunità per creare occupazione.

Ci dia qualche numero.
Una centrale nucleare costa dai 3,5 ai 5 miliardi di euro. Enel con Edf ha varato un piano di costruzione di quattro centrali da 1600 megawatt. Verrebbero coinvolte 500 aziende nel funzionamento di una centrale, senza contare quelle che servono per costruirle. Si parla quindi di 10 mila posti di lavoro creati e la possibilità per le aziende italiane di collaborare alla realizzazione di altre centrali nel mondo.

Ma il nucleare non può essere rimpiazzato dalle energie rinnovabili?
No, perché le rinnovabili sono bellissime e sono utili ma non bastano. Il fotovoltaico può contribuire all’1% del fabbisogno energetico del paese, l’eolico al 2-3%. E poi funzionano 1800 ore all’anno, mentre ne servono circa 7 mila per soddisfare i bisogni dell’Italia. Le rinnovabili sono come i porcini, belle buone e utili: ma hanno bisogno della quercia.

E la quercia è il nucleare?

Ad oggi sì, è la cosa più solida che c’è.

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