Se l’Agenzia delle Entrate mette in crisi i novelli sposi

Segnale di pericolo per i novelli sposi del Mezzogiorno. L'Agenzia delle Entrate sta recapitando alle giovani coppie che si sono sposate dal 2006 a oggi, un simpatico questionario inquisitorio. Le domande (Dove vi siete sposati? La sposa aveva il bouquet? Vi siete avvalsi di un catering?) hanno un solo obiettivo: scovare, tra i fornitori degli sposini, possibili evasori fiscali

Per i novelli sposi, il giorno delle nozze è un ricordo ancora vivido e piacevole, spesso evocato da un pesantissimo album di nozze sfogliato più e più volte in compagnia. Sono ancora i tempi dell’idillio: la routine, la noia, i problemi, le incomprensioni, le battaglie con i figli non sono ancora all’orizzonte. Gli abiti della cerimonia sono lì nell’armadio e sono ancora della taglia giusta. Peccato che non si possano più indossare… La festa è stata bellissima, piena di risate, cibo e vino a fiumi, ottima compagnia, musica e balli per tutta la sera. Semplicemente perfetto, come ogni sposa e sposo avevano sempre desiderato che fosse il loro giorno. Stressante, certo, ma n’è valsa la pena. Tutti i mesi precedenti fatti di preparativi, assegni, nottate spese sulla calcolatrice, scelte curiose che mai i temerari avrebbero pensato di fare sono solo un ricordo. E’ passato così poco tempo eppure è tutto ancora nella memoria. E se alcuni sposi iniziassero a dimenticare, presi dalle ansie quotidiane? Potrebbe essere un serio problema. E non perché qualche anziana prozia, assente nel gran giorno a causa di fortissimi dolori articolari, abbia sentito l’impellente necessità di esaurire le meningi dei malcapitati con richieste di particolari della festa ormai rimossi: no, no, la Zia Maria non c’entra.

 

C’è una busta lì all’ingresso, c’è scritto Agenzia delle entrate. Minacciosa guarda la coppia: saranno mica auguri postumi per il matrimonio? Fuochino. Il pesante fascicolo si riferisce al sì al giorno perfetto, ma al suo interno vi sono una serie domande dal sapore inquisitorio a cui bisognerà obbligatoriamente rispondere e anche con una certa celerità. Nessuna introduzione volta a congratularsi con la nuova famiglia, solo un enorme questionario con una serie impressionante di domande sul fatidico giorno: Quanto è costato il servizio fotografico? Dove si è svolto il ricevimento? I fiori? Le bomboniere? Quanto le avete pagate? La sposa si è servita di un parrucchiere e di un estetista? La macchina degli sposi era a noleggio? Ma perché l’Agenzia delle Entrate ha tutta questa curiosità nei vostri confronti? Ci pensa una riga finale a sciogliere il mistero, che recita più o meno così: Vogliamo tutte le fatture!

 

Proprio così: l’ente pubblico in questione reclama le fatture di “quel” giorno: è l’idea migliore che ha trovato per combattere la pressante evasione fiscale italiana. Perché non scovare i traditori dello Stato tra i fornitori dei novelli sposi, soprattutto coloro che hanno scelto il Sud come location per il loro grande giorno (perché nel Mezzogiorno si sa, è sempre tutto in nero)? Chissà quanti furbetti si nascondono tra i migliaia di matrimoni celebrati negli ultimi anni. E pazienza se dovremo scomodare gli sposini, invadere la loro privacy, porgli una serie di domande che nemmeno il dr. Cal Lightman in Lie to me: tutto è lecito in nome della lotta ai truffatori. E così marito e moglie da Roma in giù si troveranno a dover mettere sottosopra la casa nuova alla ricerca di qualche scontrino, fattura, foto che testimoni una stretta di mano, qualche cifra annotata su di un fazzoletto.

 

Perché in qualche modo bisogna recuperare la storia di tutte quelle migliaia di euro spese. E via a ricordarsi il nome della parrucchiera, dell’estetista, dell’autista e del fioraio e guai a non trovare le informazioni richieste: toccherà anche sorbirsi una bella sanzione pecuniaria! Il finale è inevitabile. La giovane coppia, osservata e perseguitata, inizierà a litigare e voleranno reciproche accuse: «Non toccava a te conservare le fatture»? Urlerà il marito. Scontata l’indignazione della moglie: «E tu perchè non ti sei fatto fare lo scontrino?». Complimenti vivissimi agli spioni dell’Agenzia dell’entrate: hanno pericolosamente accellerato l’inevitabile processo di indispettimento reciproco dei coniugi.

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