Sanitopoli Abruzzo. Colpo di scena a Chieti: altro che tangenti a Del Turco, «Angelini ha trasferito 100 milioni alle Antille»

Svolta nel processo per bancarotta fraudolenta al "re delle cliniche abruzzesi", principale accusatore dell'ex governatore. Nuove prove bancarie potrebbero smentire le accuse di corruzione mosse a Del Turco

Mercoledì 7 maggio la procura di Chieti, che conduce l’accusa nel processo per bancarotta fraudolenta all’ex re delle cliniche private abruzzesi Vincenzo Angelini, ha chiesto al tribunale di acquisire la documentazione che prova come Angelini abbia trasferito 100 milioni di euro sottratti alle sua impresa in conti bancari nelle Antille olandesi. Una prova destinata a far discutere molto non solo nell’ambito del processo per il crack del gruppo Villa Pini: Vincenzo Angelini infatti è stato finora ritenuto il teste chiave più attendibile di un altro procedimento, quello contro l’ex governatore dell’Abruzzo Ottaviano Del Turco, condannato lo scorso 22 luglio in primo grado dal tribunale di Pescara a nove anni e sei mesi per presunte tangenti incassate proprio a spese di Angelini.

Quest’ultimo ha sempre sostenuto che tali presunte dazioni siano state la principale causa del suo fallimento, sebbene non solo Del Turco abbia sempre negato di aver ricevuto denaro da lui, ma persino la Guardia di finanza che ha condotto le indagini ha spiegato in aula che non è mai stata trovata traccia delle tangenti. Alla versione del signore delle cliniche non hanno mai creduto il pm di Chieti Giuseppe Falasca e il suo procuratore capo Pietro Mennini, che infatti hanno ottenuto il rinvio a giudizio dell’ex imprenditore, il quale – è la tesi delle toghe – avrebbe provocato in modo fraudolento un crack da oltre 200 milioni di euro.

La procura di Chieti ha proseguito le indagini dal 2008 sino al colpo di scena dell’altro giorno. «Mercoledì scorso c’è stato un vero e proprio coup de théâtre» spiega a tempi.it uno dei legali presenti in aula a Chieti, l’avvocato Marco Femminella, difensore di un sindaco danneggiato da Angelini. Femminella inoltre è anche difensore dell’ex capogruppo regionale Pd Camillo Cesarone, imputati con Del Turco nel processo Sanitopoli Abruzzo.

Avvocato Femminella, esattamente cosa contengono i nuovi documenti trovati dalla procura di Chieti?
Non ho avuto ancora modo di leggerli personalmente, perché la procura ha chiesto al tribunale che vengano acquisiti come atti e prima bisognerà attendere la decisione dei giudici, prevista per il prossimo 20 giugno. Ma posso dire quello che ho ascoltato quando la procura si è alzata in piedi in aula. Il pm Falasca ha chiesto l’acquisizione di documenti che dimostrerebbero il versamento di 100 milioni di euro in conti alle Antille olandesi. In aula si è come squarciato un velo. Per la precisione, la procura ha chiesto di depositare le “contabili”, vale a dire la tracciabilità bancaria precisa dei vari trasferimenti effettuati da Angelini in collaborazione con il proprio commercialista, Marco Rovella, adesso indagato a sua volta per concorso in bancarotta fraudolenta. I pm hanno spiegato che materialmente i soldi distolti da Angelini alle casse del suo gruppo non sono stati ancora trovati, ma le contabili sono chiaramente la notizia di una prova schiacciante: una distrazione da 100 milioni di euro.

La versione di Angelini non è quella di essere fallito a causa delle presunte tangenti versate a Del Turco?
Sì, ma si tratta di una cosa inverosimile, perché Angelini dice di aver versato 6 milioni di euro di presunte tangenti, quando la bancarotta del suo gruppo, il Villa Pini, è di 160 milioni euro. Angelini sostiene anche che la bancarotta si sarebbe verificata perché non veniva ripagato dalla Regione per le prestazioni erogate dalle sue cliniche. La verità è che è estremamente difficile ricostruire i rapporti dare/avere del Villi Pini. Lo sta facendo con grande fatica la curatela fallimentare che ora gestisce il gruppo, ma il problema è che c’è una totale confusione all’interno dei conti, con voci che sono state spesso duplicate.

La procura di Chieti ha spiegato in che periodo Angelini avrebbe eseguito i versamenti alle Antille?
No, però sarà molto interessante capire se questi trasferimenti coincidano temporalmente con le presunte dazioni di Angelini agli imputati della cosiddetta Sanitopoli. Al momento per quel processo abbiamo presentato appello, e siamo in attesa di vedere se sarà accolto il ricorso.

La procura di Pescara aveva accolto con molto favore il riconoscimento della versione di Angelini da parte del tribunale in primo grado. Come hanno reagito i pm pescaresi a questa scoperta dei loro colleghi teatini?
Non mi aspetto reazioni della procura. Cos’altro dovrebbe sostenere una procura, infatti, se non l’accertamento disinteressato della verità di un fatto? Su cosa dovrebbe reagire, se l’unico interesse che persegue è la notitia criminis? Io ho fiducia nella procura e so che è composta da persone oneste.

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