Saluti dalla Serbia e dal Kosovo

Serbia e Kosovo

Novi Pazar Nei dintorni della pittoresca città di carattere orientale, in cui “sorge” la chiesa bizantina di Sveti Petar (VIII sec.) affrescata nel XIII secolo, sono situati due importantissimi monasteri: il Djurdjevi Stupovi o delle colonne di S.Giorgio (1168) in cui si conservano preziose pitture che ritraggono il committente re Dragutin e la dinastia reale dei Nemanja; e quello della SS.Trinità di Sopocani, costruito verso il 1260 da re Uro_ I per la sua sepoltura, famoso in tutta la Serbia per i ricchissimi cicli di affreschi (1270-1290) narranti la Storia di Giuseppe, la Genealogia di Cristo e il Giudizio Universale. É da “ricordare”, inoltre, il ciclo del 1265, dipinto da un anonimo raffinato artista, in cui si rappresetano il Transito della Vergine, la Discesa al Limbo, la Trasfigurazione, la Natività di Gesù, la Crocifissione, la Presentazione al Tempio, la Disputa coi Dottori, la Comunione degli Apostoli, le Teorie Celesti e la Resurrezione. Un’affascinante teoria (ancora tutta da documentare) ipotizza che alcuni monaci serbi ricopiarono su piccoli taccuini le immagini di questi splendidi affreschi, insieme a quelli di Pec, e che tali disegni iniziarono a circolare soprattutto tra i monasteri e le città affacciate sull’Adriatico legate economicamente a Venezia. Il giovane Giotto, nei suoi contatti con Ancona, Ravenna, Rimini e Venezia e nella medesima bottega di Cimabue, forse, li poté ammirare, ispirandosi poi nelle realizzazioni di Assisi e Padova.

Studenica Il più grande e ricco monastero ortodosso di tutta la Serbia, sorto tra montagne e foreste, con i canoni della scuola della Raska, tra la fine del XII secolo e il 1208, dedicato alla Madre di Dio “conserva” un tesoro di opere serbe (XIII-XV secolo), il magnifico portale marmoreo decorato da raffinate sculture, tra cui spicca il bassorilievo della Vergine tra angeli, e due cicli di affreschi, il primo del 1208-1209, raffigurante la Crocifissione, l’Annunciazione, la Vita di Cristo, il Corteo del re Stevan Namanja nell’atto di offrire il modello della chiesa della Vergine, e il Transito della Vergine; e il secondo, del 1235, raffigurante la Traslazione del corpo di Stevan Namanja. Accanto alla chiesa della Vergine “vi sono” la chiesa di S.Nicola con resti di affreschi della fine del XIII secolo, raffiguranti S.Giovanni, l’Entrata a Gerusalemme e l’Angelo al sepolcro; e la piccola chiesa dedicata a Sant’Anna e a S.Gioacchino, Kraljeva crkva, costruita da re Milutin nel 1314 e impreziosita dalle pitture raffiguranti Santi, Re Milutin che offre il modello della chiesa con la moglie Simonida, la Vita della Vergine e quella di Cristo, il Transito della Vergine.

Novi Sad La moderna città sulla riva sinistra del Danubio, capitale della Voivodina, è famosa per la grande fortezza di Petrovaradin, avamposto romano, bizantino, turco e infine austriaco, e per le gallerie d’arte: quella d’Arte straniera, la Zbirka Strane Umetnosti, la Galerija Matice Srpske, letteralmente la Galleria dell’ape regina serba, la più antica istituzione culturale serba (1828) e la Spomen Zbirka Pavla Beljanskog. Nei dintorni di Novi Sad, nella zona denominata Fru_Ka Gora, “vi sono” numerosi antichi conventi, fondati tra XVI e XVIII secolo: il Kovilj (1421-1708) e l’Hovo Hopovo (XVI sec.) con affreschi del 1608 e del 1654; i monasteri di Ravanica (1697), Grgeteg (XV-XVIII secolo) e il monastero femminile di Krusedol, fondato nel XV secolo dal despota Djuradj Brankovic e decorato con affreschi realizzati in diversi periodi (1543, 1546, 1751-1756); la chiesa serbo-ortodossa di Sremska Kamenica (1742-48);
Nis L’antica Naissus, famosa perché vi nacque l’imperatore Costantino il Grande e nodo di comunicazione tra Grecia e Bulgaria “conserva” nei dintorni le fortezze di Knjazevac (XV sec.) e di Gamzigrad, i resti del castrum romano (III-IV sec. d.C.) e la chiesa di Donja Kamenica, (XIV-XV sec.), in cui si “possono ammirare” la Vita e la Passione di Cristo, di scuola bizantino-asiatica di Trebisonda.

Pristina Capoluogo della provincia autonoma del Kosovo, sede universitaria, divisa in città vecchia di impronta architettonica turca, che “conserva” le moschee Carsi e quella imperiale, la Fatih, la torre dell’orologio, la Sahat Kula, e i due musei, quello del Kosovo e quello di Storia Naturale; e in città nuova sorto attorno a piazza Trg Bratstva i Jedinstva su cui “prospetta” la Biblioteca del Kosovo. Nei dintorni “sorge” il Monastero di Gracanica, fondato al re Milutin (1313-1321) decorato dai preziosi affreschi (1321) raffiguranti: re Milutin e la regina Simonida, l’albero genealogico della dinastia reale, il Giudizio Universale, il Transito della Vergine, la Vita di Cristo, il bellissimo Cristo Pantocratore della cupola, la Teoria dei Santi adoranti l’Agnello Mistico, la Comunione degli Apostoli, il Cristo e la Vergine e l’Ascensione.

Pec Affascinante città a maggioranza albanese, sede dell’antico Patriarcato ortodosso, è conosciuta soprattutto per i suoi monasteri: quello di Patrijar_ija e quello di Decane. Il Patrijarsija o SS.Apostoli, risalente al XII secolo, sede dell’arcivescovado serbo dal 1253 e del governo serbo dal 1346 con l’imperatore Stefano Dusan, “conserva “ le sale dei sinodi e quattro chiese: la Bogorodica o della Vergine, eretta sotto il patriarca Danilo (1330 circa), in cui “vi sono” i ritratti dei 23 reali della dinastia dei Nemanja, la dolcissima Glykophiloùssa (Madonna di tenerezza), il Giudizio Universale, tutte opere del XVI secolo, e gli affreschi del XIV secolo raffiguranti S.Arsenije I, fondatore della chiesa, il Transito della Vergine e la Vite del Battista; la chiesa dei SS.Apostoli (XIII sec.), affrescata col ciclo della Passione di Cristo (inizi del XIV sec.); la chiesa si Sv. Dimitrije, eretta dall’arcivescovo Nicodio (1316-1324), dove “si ammirano” gli affreschi in stile veneto-cretese (XVII sec.), è il tesoro costituito da 110 manoscritti (XII-XVIII secolo), icone, oggetti liturgici, oreficerie, paramenti e ricami; infine, la chiesa di Sv. Nikola, (1330), con affreschi illustranti la Vita di S.Nicola (1674).

Il Monastero di Decane, posto in un vallone sulla strada che porta a Prizren, fondato da re Stevan Uros III (inizi XIII secolo), consacrato a Cristo Pantocratore e progettato per la sepoltura reale, venne terminato tra 1335 e 1350, decadendo alla fine del XVIII secolo. Notevoli, in esso, “sono” la chiesa in stile romanico pugliese, opera del francescano Vito di Càttaro, il portale decorato a motivi ornamentali, il tesoro di icone (XIV sec.) e manoscritti miniati (XVI secolo) e le pitture eseguite con freschezza di colori, vivacità del disegno e minuzia dei particolari in cui si raccontano le Vite di S.Giorgio, di Cristo e di Maria, secondo l’Inno Acàtista, ossia della Vergine protettrice contro i Barbari, gli Atti degli Apostoli, le grandi Feste della Chiesa, le Vite di S.Demetrio e del Battista, la Liturgia, la Genesi, la Storia di Salomone, il Libro del profeta Daniele, l’Albero di Jesse, il Giudizio Universale e il Transito della Vergine.

Prizren La romana Theranda fu, in epoca bizantina fiorente centro di comunicazione. Conquistata dai Serbi alla fine del XII secolo da re Stevan Prvovencani fu capitale dell’impero sotto i regni serbi di Dusan e Uros. A Prizren “sorge” la bellissima chiesa di Nostra Signora di Ljeviska, la Sveta Bogorodica Ljeviska, eretta da re Milutin (1307) e impreziosita dal coevo ciclo di affreschi narrante il Giudizio Universale, le figure di Santi con i ritratti dei Nemanja, il Transito della Vergine, i Profeti e il Cristo Pantocratore nella cupola, la Teoria dei Santi, la Comunione degli Apostoli e la Natività di Cristo. Attorno a Prizren “si trova” il monastero di Sveti Arhandjeli o dei Santi Arcangeli, fondato come proprio mausoleo da Dusan nel 1348 e distrutto dai Turchi, chiuso nella parte inferiore della cinta muraria della fortezza di Visegrad, lì dove scende dal sovrastante alto promontorio fino alla stretta vallata del fiume Bistrica.

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