Sabastiya, la rinascita della città che ospita la tomba di San Giovanni Battista

Carla Benelli, allieva del grande padre archeologo Michele Piccirillo, racconta la storia di Sabastiya; un tempo capitale del regno israelita del nord, ora villaggio di tremila anime, dove quasi tutti sono musulmani

Riportare la tomba di San Giovanni Battista tra le mete preferite dei pellegrini in Terra Santa. Aiutando, nel contempo, la cittadina di Sabastiya, che la ospita, a rinascere grazie al turismo. È questo il senso della presenza dei francescani della Custodia di Terra Santa a Sabastiya. A raccontare del progetto è la storica dell’arte Carla Benelli, che ne è la responsabile.
Sabastyia è un piccolo villaggio di tremila abitanti che sorge a pochi chilometri da Nablus, in Cisgiordania. Fondata nel 25 a. C. da Erode il Grande con il nome di Sebaste, in onore dell’imperatore Augusto, era la capitale del regno israelita del nord; oggi è contesa tra i palestinesi dell’Anp e lo Stato di Israele. Durante la Seconda Intifada le drammatiche vicende che coinvolsero quei territori proiettarono la cittadina in uno stato di seria crisi e crescenti difficoltà economiche e sociali, espellendola, di fatto, dalle rotte turistiche e dai pellegrinaggi.

DALLA CATTEDRALE ALLA MOSCHEA. Sabastiya è anche un importante sito archeologico che sorge all’interno della sfera di competenza dell’autorità israeliana dei parchi nazionali. In particolare ospita i resti dell’antico tempio israelita e la cattedrale crociata (la più grande dopo quella del Santo Sepolcro a Gerusalemme) che sorge sulle rovine di quella bizantina, costruita a sua volta sopra la tomba che la tradizione vuole che sia di San Giovanni Battista.
Nel 1187 Sebaste fu conquistata dal nipote di Saladino, Husam ed-Din Mihammad, e la cattedrale fu trasformata in moschea e dedicata al profeta Yahia, il nome con cui i musulmani conoscono e venerano Giovanni Battista, erigendo sulla cripta della tomba la tipica struttura a cupola. Gli abitanti di Sabastiya, ancora oggi, sono in maggioranza musulmani.
«È una tradizione, ininterrotta dal IV secolo, quella che vuole che il corpo di San Giovanni Battista riposi a Sabastiya, nella cattedrale crociata», che oggi giace all’interno della moschea. Le spoglie, inoltre, «sarebbero sopravvissute al tentativo di distruzione operato dai pagani di Giuliano l’Apostata».

RINASCITA. «La presenza a Sabastyia della Custodia di Terra Santa è iniziata nel 2005, grazie all’opera del padre archeologo Michele Piccirillo», spiega a tempi.it Benelli, di cui è allieva. «Oggi non vorremmo fare dell’area una sorta di museo, ma fare in modo che il villaggio possa tornare vivo, che si possa facilmente visitare». Per questo motivo è stato ristrutturato un edificio adibito a foresteria con quattordici stanze, con grande beneficio della popolazione locale. Benelli racconta anche come, la presenza dei volontari di Ats Pro Terra Sancta abbia aiutato gli abitanti a riscoprire l’antica arte dei mosaici e rilanciare la vendita di prodotti tipici come saponi e marmellate.

@rigaz1

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