Ryland, la bimba trans a 5 anni. «I genitori non raccontino balle, sono dei narcisisti»

Un video narra la storia di una piccola sorda, che i genitori oggi vestono da maschietto. Libero ha intervistato la psichiatra Federica Mormando

Per certi particolari, la sua vicenda ricorda quella di David Reimer, il bambino che visse per alcuni anni come bambina, per poi concludere tragicamente la sua vita. Ma se nel caso raccontato dal libro Bruce, Brenda, David, tutto era avvenuto di nascosto, nel caso di Ryland Whittington, bambina di 6 anni di San Diego, tutto avviene alla luce del sole. Anzi, su Youtube dove è stato postato un video che ha già collezionato oltre 5 milioni di visite.

COOL KID. Il video è stato presentato all’Harvey Milk Diversity Breakfast, una manifestazione lgbt che ricorda nel nome le battaglie di Harvey Milk, celebre politico e militante gay. Vi si narra la storia di una famiglia e dalla loro figlia, Ryland, sorda.
«Non appena iniziò a parlare, gridò: “Sono un maschio!”» raccontano i genitori, che insospettiti da alcuni comportamenti da “maschiaccio” della piccola si convinsero fosse necessario trasformare la piccola in “un piccolo”. «Ryland era una trans. Benché nata con il corpo di una femmina, il cervello di Ryland è quello di un maschio. E così abbiamo cambiato i pronomi, da lei a lui, gli abbiamo tagliato i capelli, abbiamo scritto ad amici e parenti spiegando ciò che stava accadendo». Il video si conclude con la bambina, ormai “bambino”, che afferma di sentirsi un «cool kid», un bimbo fortunato.

GENITORI NARCISI. Il quotidiano Libero oggi in edicola, riprendendo la vicenda, riporta l’opinione della psichiatra Federica Mormando: «Un bambino a 4 o 6 anni non ha la minima idea della propria sessualità, ciò a cui reagisce non è la propria sessualità affettiva ma un modello psicologico, o di comportamento, che gli è stato trasmesso. A quell’età si può ammirare o respingere solo un modello, qualcosa che è stato comunicato per via culturale, in questo caso l’idea di femminile che o genitori gli hanno suggerito». Per Mormando i genitori non devono «raccontare balle, sono dei narcisisti, che invece di mandare il figlio a un talent show per bambini lo incalanano a un pubblico transgender. Avrebbero invece dovuto indagare in modo serio le vere motivazioni per cui la bambina esprimeva un rifiuto della femminilità, e qual era il modello di femminilità respinto. Solo a 15, 16 anni, quando un ragazzo rivela una tendenza di genere, si può ragionare seriamente sull’eventualità transgender, ma sempre prima studiando le motivazioni, non per un semplice rifiuto».

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