Roma/ Jalil, presidente dei ribelli libici: «Grazie italiani per averci protetto, non ve ne pentirete»

Il presidente del Consiglio nazionale transitorio libico Mustafa Abdel Jalil è a colloquio con Silvio Berlusconi dopo aver incontrato a Roma il ministro degli Esteri Franco Frattini e Giorgio Napolitano. Il rappresentante dei ribelli ha ringraziato l'Italia per il suo aiuto e denunciato le truppe di Gheddafi, che avrebbero fatto oltre «10 mila morti» e «50-55 mila feriti». Poi rassicura l'Italia: «Il trattato di amicizia italo libico» sarà rispettato

Muammar Gheddafi «non può essere paragonato né a Mubarak né a Ben Ali e credo che non sia accettato da nessun paese». Dichiara così il presidente del Consiglio nazionale transitorio libico, Mustafa Abdel Jalil che dopo aver incontrato il ministro degli Esteri Franco Frattini e il capo dello Stato Giorgio Napolitano, è a colloquio con il premier Silvio Berlusconi. «In tanti hanno subito molti danni a causa dei comportamenti di Gheddafi e a causa delle sue avventure militari immorali» ha aggiunto Jalil.

Il rappresentante dei ribelli ha anche «auspicato una maggiore pressione militare da parte dell’Italia su Gheddafi per spingerlo a lasciare il Paese» perché Gheddafi «se non sarà costretto con l’uso della forza alla resa e all’abbandono del potere non lo farebbe mai». In più, il presidente del Cnt ha sottolineato di essere a Roma per «ringraziare il governo e il popolo italiano per la posizione veramente progredita assunta nell’appoggio alla rivoluzione e per il ruolo che l’Italia ha svolto nello spingere la Comunità internazionale a dare un sostegno senza precedenti. L’Italia e gli altri che ci hanno sostenuto non se ne pentiranno».

«Il presidente Jalil ci ha parlato di diecimila morti» in Libia, «vittime di un regime sanguinario» e di oltre «50-55 mila feriti». Ha detto così il ministro Frattini al termine dell’incontro con Jalil. Durante l’incontro, ha rassicurato il governo italiano per quanto riguarda i trattati stretti dall’Italia con Gheddafi: «Cooperazione e amicizia saranno offerti in primo luogo a Italia, Francia e Qatar, poi a Gran Bretagna e Usa» e poi agli altri paesi «a seconda del sostegno dato fino ad oggi», ha detto il presidente del Cnt. «Tutti i trattati internazionali saranno rispettati, a cominciare dal trattato di amicizia italo libico che potrà continuare ad essere seguito quando le condizioni di sicurezza sul territorio lo permetteranno». Secondo Frattini, «da qui inizierà una fase di ricostruzione, rilancio e sostengno per tutta la Libia».

Il presidente Jalil è accompagnato da Ali Al Isawi, responsabile esteri del Cnt, che ha dichiarato di contare «molto sul ruolo italiano e sulla partecipazione dell’Italia nel fornire sostegno specialmente per la protezione dei civili. I raid aerei (della Nato contro le forza di Gheddafi, ndr) non sono sufficienti a proteggerli». Gli alleati non ancora trovato una soluzione per far uscire la Libia dalla guerra. Per questo, secondo il ministro Frattini, bisogna aspettare «la riunione del Gruppo di contatto sulla Libia (che si terrà a Roma il 2 maggio, ndr) per trovare una soluzione e fornire al popolo libico gli strumenti per uscire da questa crisi».

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