Rassegna stampa 1/ Berlusconi: «Piano bipartisan per la crescita»

Il presidente del Consiglio invia una lettera al Corriere della Sera in cui ribadisce la sua contrarietà all'imposta patrimoniale e chiede al leader del Partito Democratico Pierluigi Bersani di agire insieme per far ripartire la crescita del paese

Nella lettera inviata al quotidiano di Via Solferino il Premier spiega le ragioni del suo no all’imposta patrimoniale proposta da Giuliano Amato e rilancia invece l’idea di un piano bipartisan per spingere la crescita economica del paese. «Prima di tutto, se l’alternativa fosse tra un prelievo doloroso e una tantum sulla ricchezza privata e una poco credibile azione antidebito da «formichine», un gradualismo pigro e minimalista nei tagli alla spesa pubblica improduttiva e altri pannicelli caldi, staremmo veramente messi male, ma non è così. L’alternativa è tra una botta secca, ingiusta e inefficace sul lungo periodo, e perciò deprimente per ogni prospettiva di investimento e di intrapresa privata, e la più grande «frustata» al cavallo dell’economia che la storia italiana ricordi». (Corriere, pag. 9)

 

La frustata di cui parla Berlusconi è creare «un’economia decisamente più libera, in un Paese più stabile, meno rissoso, fiducioso e perfino innamorato di sè e del proprio futuro. La «botta secca» è, nonostante i ragionamenti interessanti e le buone intenzioni del professor Amato e del professor Capaldo, una rinuncia statalista, culturalmente reazionaria, ad andare avanti sulla strada liberale». (Corriere, pag. 9)

 

 

La soluzione è quindi da ricercare in una collaborazione tra maggioranza e opposizione: «E per questo, dal momento che il segretario del Pd è stato in passato sensibile al tema delle liberalizzazioni e, nonostante qualche sua inappropriata associazione al coro strillato dei moralisti un tanto al chilo, ha la cultura pragmatica di un emiliano, propongo a Bersani di agire insieme al Parlamento, in forme da concordare, per discutere senza pregiudizi ed esclusivismi un grande piano bipartisan per la crescita dell’economia italiana; un piano del governo il cui fulcro è la riforma costituzionale dell’articolo 41, annunciata da mesi dal ministro Tremonti, e misure drastiche di allocazione sul mercato del patrimonio pubblico e di vasta defiscalizzazione a vantaggio delle imprese e dei giovani. Lo scopo indiretto ma importantissimo di un piano per la crescita fondato su una frustata al cavallo di un’economia finalmente libera è di portare all’emersione della ricchezza privata nascosta, che è parte di un patrimonio di risparmio e di operosità alla luce del quale, anche secondo le stime di Bruxelles, la nostra situazione debitoria è malignamente rappresentata da quella vistosa percentuale del 118 per cento sul Pil». (Corriere, pag. 9)

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