Racca (Federfarma): “Anche io partecipo alla Giornata del Banco Farmaceutico. Perché con poco si può fare molto”

Intervista alla presidente dell'associazione, che dice la sua anche sui farmaci on line, la pillola dei cinque giorni dopo e l'importanza di preservare il rapporto coi pazienti/clienti

Gli italiani spendono sempre meno per gli alimenti, per l’abbigliamento, per i viaggi, e anche per i farmaci. Ci si impegna a comprare solo quelli strettamente indispensabili e mutuabili, oppure si acquistano quelli generici, stesso principio attivo, ma a minor prezzo. Il farmacista diventa sempre di più una figura di riferimento per il paziente, che preferisce recarsi in farmacia piuttosto che chiedere un consulto medico, talvolta oneroso. Spiega come è cambiato tutto al di là del banco, la presidente di Federfarma, Annarosa Racca (foto sotto), alla guida dell’associazione dei farmacisti italiani, che anche quest’anno parteciperà alla Giornata del Banco Farmaceutico.

Com’è cambiato l’approccio degli italiani ai farmaci durante questo periodo di crisi?
Gli ultimi dati, relativi al periodo di gennaio-settembre 2014, hanno fatto registrare un ulteriore calo degli acquisti del 3,3 per cento rispetto al 2013. Le ricette erogate sono state oltre 457 milioni, circa 7,53 ricette a cittadino. Mentre le confezioni a carico del sistema sanitario nazionale sono state oltre 841 milioni, con un aumento del +0,4 per cento rispetto al 2013, per una media di 13,8 confezioni di farmaci a testa. In termini di euro, è diminuita anche la spesa totale in farmacia, per via delle liberalizzazioni. Sono molti di più i canali di distribuzione dei farmaci senza ricetta, possono essere acquistati anche in alcuni supermercati, o nelle parafarmacie. Per i farmaci con ricetta, invece, occorre proprio recarsi in farmacia, dove il personale potrà anche aiutare il cliente a comprendere meglio l’uso del farmaco e la sua posologia. Proprio ultimamente, il ministro dello Sviluppo Federica Guidi ha chiesto al ministro della Salute Beatrice Lorenzin di ampliare i permessi dei nuovi punti vendita dei farmaci. Permettendo così anche ai supermercati di vendere farmaci con ricetta. Se succedesse, molti professionisti potrebbero trovarsi in crisi, speriamo che il ministro Lorenzin non ceda, o dovremo scendere in campo per difendere la nostra professionalità.

Cosa intende quando parla di professionalità?
La farmacia è il primo presidio sanitario. Prima ancora che andare in Pronto Soccorso, rischiando di fare lunghe file, oppure di rivolgersi al medico di base, che può avere orari di visita lontani dall’immediato bisogno, ci si reca in farmacia. Il farmacista dall’altra parte del banco deve sapere ascoltare, deve consigliare cosa è meglio fare, se recarsi da uno specialista o se è sufficiente un farmaco di prima necessità. Il farmacista è anche colui che spiega il corretto utilizzo delle medicine. È dimostrato che solo il 40 per cento dei pazienti segue correttamente, e fino alla fine, la terapia prescritta dal medico. Senza un farmacista che fornisce ulteriori spiegazioni, questa percentuale sarebbe ancora inferiore. Molto spesso, per leggerezza, si interrompe la terapia iniziata non appena ci si sente meglio. Questo è dannoso per l’organismo, occorre completare la cura, prima di considerarsi guarito.

Cosa pensa della Giornata di raccolta del Banco farmaceutico?
La Giornata del Banco Farmaceutico è molto importante, anche se purtroppo non riesce a coprire interamente il fabbisogno annuo farmacologico. Anche io nella mia farmacia ospito l’iniziativa ogni anno, quest’anno sabato 14 febbraio, e spero di vedere la solita partecipazione da parte della gente. Vedo che, nonostante i tempi di ristrettezza economica, c’è molta sensibilità e voglia di partecipare. Acquistare una confezione di farmaci da banco costa poco ma è molto importante per chi non può farlo. Ogni zona d’Italia ha i suoi enti caritatevoli di riferimento, che poi si occuperanno di distribuire quando raccolto. Il cittadino potrà vedere direttamente indicato nella farmacia il nome dell’ente a cui andranno i farmaci donati quel giorno, e questa trasparenza fa sì che si partecipi più volentieri.

Oltre ai canali di distribuzione allargati, c’è anche da considerare il nuovo mercato, quello dei farmaci on line.
È un argomento molto delicato, ed è necessario fare una puntualizzazione. Quando si trova on line la vendita di farmaci, che sarebbero da prendere sotto lo stretto controllo medico, bisogna assolutamente diffidarne. Sette su dieci sono infatti falsi, non solo non contengono il principio attivo ma possono essere nocivi. Sono tre le categorie di farmaci più acquistati on line: il Viagra da parte degli uomini, i farmaci dimagranti dalle donne, e steroidi da parte degli sportivi. Tutte categorie di farmaci che potrebbero provocare imbarazzo se chiesti in una farmacia tradizionale, e per i quali si vuole bypassare il controllo del medico. In rete ci sono anche siti affidabili, di vere farmacie, che per comodità aprono uno shop on line. Per questa categoria a breve verrà introdotto un bollino di sicurezza. Ma anche su questi siti sarà possibile acquistare solo quelli “da banco”.

A proposito dell’importanza della prescrizione medica, cosa pensa della diatriba sulla pillola dei cinque giorni dopo?
In Italia tutti i farmaci a base ormonale sono sempre stati prescritti sotto controllo medico, e quindi con presentazione di ricetta. Mi sembra che per fortuna l’Aifa stia andando in questa direzione, non vedo perché dovrebbe essere diverso dagli altri preparati farmaceutici simili.

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