Qualunquemente, la satira politica di Antonio Albanese

Esce il 21 gennaio il film che racconta l'ascesa politica di Cetto LaQualunque, il politico calabrese corrotto e lussurioso creato da Albanese, che provoca risate a denti stretti

Mentre Checco Zalone continua a macinare record e il suo film è già cult, un altro comico di provenienza televisiva sta per approdare nelle sale cinematografiche il prossimo 21 gennaio. E’ arrivato il momento di Qualunquemente, diretto dal bravo Giulio Manfredonia e interpretato da Antonio Albanese, che porta sul grande schermo il suo politico ignorante e corrotto, Cetto La Qualunque.

 

Il film racconta le origini dell’ascesa politica di Cetto, che dopo anni di latitanza in Sudamerica, torna nel suo piccolo paese calabro, Marina di Sopra, assieme alla sua nuova moglie Cosa e alla figlia di cui non ricorda il nome. Ad attenderlo c’è la prima moglie, da cui non è separato, il figlio timidissimo e gli amici e collaboratori di una vita che hanno portato avanti i suoi loschi affari durante la sua assenza. Ma qualcosa è cambiato a Marina di Sopra, la legalità sta muovendo piccoli passi e un uomo di sani principi, De Santis, si è candidato sindaco e ha in mente di ripulire la città dalla condotta mafiosa. Cetto LaQualunque decide allora di scendere in campo e si candida sindaco per contrastare il portatore di sani valori De Santis. Aiutato dai suoi amici e dal guru Gerry Romano, Cetto mette in scena una campagna elettorale senza limiti e senza programma, promettendo solo una cosa: Pilu per tutti.

 

Probabilmente non raggiungerà i risultati stratosferici di Checco Zalone, ma Antonimo Albanese ha il grande merito di aver confezionato un bel film, con una solida regia e una bella sceneggiatura, dove la satira ritrova la sua antica vocazione e porta lo spettatore a ridere o almeno sorridere di un paese dove va avanti chi è furbo, cattivo, senza scrupoli e con tanti soldi, dove chi è onesto è automaticamente sfigato, dove la legalità è un’utopia lontana e dove l’illegalità invece è l’unico motore possibile. La Calabria di Qualunquemente rappresenta un Sud abbandonato a se stesso dove le istituzioni non esistono, così come non esiste la sanità o la legge, ma è anche lo specchio dell’Italia intera, che accetta la corruzione perché non vede altre vie d’uscita e dove i soldi risolvono tutto, sempre.


Cetto LaQualunque è un personaggio spregevole, un cattivo che non si redime in nessun caso, un uomo con la fissazione per le belle donne che non ama nessuno se non se stesso e che si compiace della sua ricchezza costruita sull’edilizia abusiva e sull’evasione fiscale. E’ un sindaco che vince grazie agli imbrogli, alle schede bianche che “si devono colorare”, alle 50 euro date agli indecisi. Ma non c’è nulla di fantasioso in lui, anzi è tragicamente vicino a rappresentare la realtà di cui ridiamo si, ma molto, molto, amaramente.

 

In attesa dell’uscita in sala e del verdetto del pubblico, una buona notizia è giunta proprio in queste ore: il Festival di Berlino ha inserito il film nella sezione PANORAMA main programme, e la pellicola sarà anche l’unica italiana presente (anche se non in concorso). Curioso sarà vedere come il pubblico internazionale accoglierà la satira irriverente e tragicomica del duo Manfredonia/Albanese.

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