Portavoce del governo tunisino definisce Maroni «membro dell’estrema destra razzista»

Dopo che sono giunti in Italia 5 mila immigrati clandestini in cinque giorni, il ministro dell'Interno italiano ha proposto di mandare forze di polizia sulle coste tunisine per tenere sotto controllo la situazione e la partenza di barconi pieni di gente. Pesante la risposta tunisina, che non riesce a mantenere l'ordine nel paese

Cinquemila immigrati clandestini in cinque giorni, il ministro degli Interni italiano che protesta contro l’immobilismo dell’Unione Europea, il portavoce del governo tunisino che definisce Roberto Maroni esponente dell’«estrema destra razzista». La celebrata ondata democratica nel mondo arabo ha già cominciato a produrre effetti non desiderati.

In Egitto il nuovo governo sta sotto l’ala delle forze armate, e questo almeno per ora garantisce l’ordine pubblico; ma in Tunisia i militari sono già rientrati nelle caserme e il governo di transizione del premier Mohammed Ghannouchi, privato del sostegno degli apparati di sicurezza creati al tempo della lunga presidenza di Ben Ali, non sembra in grado di controllare la situazione.

Il ministro degli Interni italiano è stato preso a male parole dai nuovi governanti tunisini per aver notificato in televisione (al Tg5) la sua proposta di dispiegare forze di polizia italiane sulle coste del paese nordafricano per interrompere il flusso dei clandestini nel momento in cui «il sistema tunisino sta crollando». Evocava la soluzione che nel 1997-99 aveva permesso di mettere sotto controllo l’immigrazione clandestina dall’Albania, ma la risposta di Tunisi è stata ben diversa da quella di piena disponibilità che diedero le autorità di Tirana a quel tempo.

Gelosissimi della sovranità nazionale, i nuovi governanti tunisini si sono sentiti insultati da dichiarazioni e proposte che mettono in dubbio le loro capacità di controllare la situazione. Ma che purtroppo corrispondono a verità. Maroni ha dichiarato su Rai 3: «Stiamo cercando di metterci in contatto con le forze di polizia tunisine, per vedere come gestire questa emergenza ma non ci riusciamo, perché il sistema è collassato».

Effettivamente non v’è più traccia degli ufficiali di collegamento e degli uomini degli apparati di sicurezza di Tunisi che dovevano controllare il rispetto degli accordi bilaterali, e sono cessati i pattugliamenti congiunti del canale di Tunisia da parte di motovedette italiane e tunisine. L’unica notizia incoraggiante è l’apparizione delle forze armate ieri nel porto di Zarzis per impedire nuovi imbarchi illegali per l’Italia.

Anche nella giornata di oggi la Tunisia ha confermato la sua posizione ambigua. In una dichiarazione all’agenzia di stampa ufficiale Tap, un anonimo portavoce del ministero degli Esteri ha confermato che il suo governo respinge categoricamente «ogni ingerenza nei suoi affari interni e ogni attentato portato alla sua sovranità», ma si dichiara «pronto a cooperare» con gli altri paesi per arrestare l’esodo verso l’Europa dei clandestini. «Mentre la Tunisia è fortemente impegnata a conservare il rapporto di amicizia e di cooperazione stabiliti con l’Italia e a promuoverli maggiormente, esprime il suo stupore di fronte a questa posizione (quella di Maroni, ndt)».

Nel frattempo il ministro degli Esteri tunisino Ahmed Abderraouf Ounaies si è dimesso in seguito a uno sciopero dei dipendenti del suo ministero che protestavano per le sue dichiarazioni di amicizia nei confronti del ministro degli Esteri francese Michèle Alliot-Marie.

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