Piuttosto che Lerner, tutta la vita Berlusconi

Durante la trasmissione "L'Infedele" di ieri sera, Gad Lerner è stato istruttivo: ha preso il Sodoma e Gomorra di Pasolini e lo ha trasformato in uno spettacolino da ministero della propaganda di Stalin. Se Gad Lerner, oltre al potere televisivo, avesse quello politico, lapiderebbe tutti quelli che non la pensano come lui. Elogio della posizione di Bagnasco, che non sconta nulla al male, ma non strumentalizza il male per trarne un vantaggio politico e la distruzione dell’avversario

Lo spettacolo di Gad Lerner è stato molto istruttivo. Ha preso il Sodoma e Gomorra di Pasolini, l’ultimo grido di dolore di un artista che è morto dentro il popolo, come uomo del popolo, e lo ha trasformato in uno spettacolino da ministero della propaganda di Stalin.

Berlusconi ha telefonato in diretta e lo ha apostrofato.
Lerner gli ha dato del “cafone”. Cosa avrebbe fatto qualsiasi italiano di buon senso? La stessa identica cosa. O si può invece dire e fare di tutto, anche identificarlo con un torturatore nazista, un uomo, un presidente del Consiglio, che, male che vada, potrebbe essere accusato di essere andato a donne che, liberamente e per soldi, sarebbero andate a letto con lui?

Questo dice molto del carattere e del destino che anticipano,
non per Silvio Berlusconi, ma per ciascun italiano, gente che come Gad Lerner non avesse soltanto il privilegio di avere un potere televisivo che lo ha reso ricco sfondato e privo di scrupoli nei confronti del prossimo suo. Se gente come Lerner avesse anche il potere politico, visto quel che si vede nelle sue trasmissioni, pensiamo che egli non esiterebbe – naturalmente per il bene della causa – a lanciare il primo sasso e a lapidare, insieme alla banda degli Inquisitori che gli sono cari, chi non pensa e vive come pensa e vive lui e la sua parte politica (ammesso e non concesso che Lerner e la sua parte politica siano più “puliti” di Berlusconi e “i migliori” tra gli italiani).

Perciò, più passano i giorni da che scoppiò il caso Ruby,
più si capisce di che pasta morale siano fatti i nostri moralizzatori, e più apprezziamo la posizione di civiltà democratica e cristiana espressa compiutamente dal cardinal Angelo Bagnasco nella sua prolusione alla Cei (vedi qui il suo discorso). Posizione che non sconta nulla al male, ma non strumentalizza il male – anche quello degli Inquisitori – per trarne un vantaggio politico e la distruzione del volto dell’avversario.

Che distanza infinita c’è tra il moralista sazio, ricco, tronfio di sé
e che è pronto a camminare con gli scarponi chiodati sulla faccia del prossimo suo peccatore, trascinato nella polvere, e il cristianesimo che ci insegna a condannare il peccato ma non il peccatore. E inoltre, come nel caso di un uomo politico, a distinguere i difetti privati dalle virtù del governo.

E comunque, facciamo nostro il manifesto di un gruppetto di studenti di CL
che questa mattina, nell’atrio di Medicina e Chirurgia della Bicocca di Monza, hanno titolato così un manifesto in cui hanno fatto propria la prolusione del cardinal Bagnasco: “Berlusconi ha diritto al perdono e quindi a governare”.

Ps: Aggiungeremmo in postilla anche questo, per l’immaginazione dei kapò, certo, non come giudizio di valore sui poveri Gad Lerner. E’ tratto da una riflessione che fece Oscar Wilde, quando nell’età moralista e vittoriana, venne preso e trascinato in galera, non senza prima essere stato messo alla gogna per aver compiuto, secondo l’accusa, un reato sessuale: “Certo, quando mi videro, non ero sul mio piedistallo; ero alla gogna. Ma solo una natura priva di immaginazione può curarsi della gente sul piedistallo. Un piedistallo può essere qualcosa di molto irreale. Una gogna è una terribile realtà. Inoltre, essi avrebbero dovuto saper meglio interpretare il dolore. Dissi una volta che dietro il Dolore c’è sempre il Dolore. Sarebbe stato più saggio dire che dietro il dolore c’è sempre un’anima. E deridere un’anima è cosa spaventevole; la vita di chi lo fa è senza bellezza. Nell’economia stranamente semplice del mondo, non si riceve che ciò che si dà, e a quelli che non hanno immaginazione sufficiente per penetrare l’aspetto esteriore delle cose e provarne compassione, quale compassione può venir ricambiata, a loro volta, se non quella del disprezzo?”.

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