Pio XII, l’amico degli ebrei

Ralph McInerny è una delle massime autorità tomiste degli Stati Uniti d’America.

Ralph McInerny è una delle massime autorità tomiste degli Stati Uniti d’America. Direttore di The Jacques Maritain Center presso la Notre Dame University — e autore di decine e decine (letteralmente) di opere di filosofia e di teologia, nonché di romanzi e di thriller —, esce ora con l’antologia di testi “The Defamation of Pius XII” pubblicato per i tipi della St. Augustine’s Press diretta a South Bend, nell’Indiana, da Bruce Fingerhut. E risponde alle molte false dicerie sul conto di Eugenio Pacelli. Per esempio a quelle diffuse da John Cornwell — scrittore noto anche in Italia sin dai tempi del suo infondato “La morte di papa Luciani. Un ladro nella notte” (trad. it. Pironti, Napoli 1990) — e da Garry Wills, notissimo in patria per essere un ex enfant prodige del cattolicesimo conservatore passato armi e bagagli alla concorrenza, e specializzatosi in demolizioni. Di miti: da John Wayne ai romani pontefici. Non però dell’Abraham Lincoln della vulgata progressista (nel 1993 vinse il Premio Pulitzer per la saggistica con il suo famoso “Lincoln at Gettysburg: The Words That Remade America”, libro che ne segnò la “conversione” agli stereotipi progressisti sull’epoca di fondazione della nazione nordamericana). Mentre in America si moltiplicano gli studi e gli scritti miranti a ristabilire la verità sul conto del pontefice diffamato (come “Pius XII and the Jews: The War Years as Reported by The New York Times”, stampato in proprio dall’autore Stephen M. Di Giovanni), ecco un breve inquadramento dell’opera di McInerny uscita sul prestigioso periodico “Booklist” dell’American Library Association a firma di Ray Olson. Che è direttore associato della sezione “libri per adulti” appunto di “Booklist”. E quacchero…
Perché John Cornwell in Il papa di Hitler. La storia segreta di Pio XII (trad. it. Garzanti, Milano 2000) e Garry Wills in Papal Sin: Structures of Deceit (Doubleday, New York 2000) dicono cose tanto brutte a proposito di Papa Pio XII? La risposta, densa di fatti, che Ralph McInerny dà a questi best-seller descrive quel pontefice come il miglior amico che gli ebrei abbiano avuto durante l’Olocausto, l’uomo a cui si deve il salvataggio di 860.000 dei due milioni di ebrei europei sopravvissuti. Del resto, i capi politici e religiosi ebrei di quel periodo conoscevano bene ed elogiavano i buoni uffici profusi da quel Papa. Con le loro pubblicazioni, Cornwell e Wills non hanno fatto altro che rinverdire l’anticattolicesimo di cui era già intriso il popolare dramma The Deputy di Rolf Hochhuth, del 1963, il quale ritrae un Pio XII antisemita complice di Hitler. Hochhuth, ipotizza McInerny, calunniò il pontefice nel tentativo di allontanare dalla Germania l’idea della colpa collettiva, colpa che — sottolinea sempre McInerny — la teologia cattolica non riconosce. Cornwell e Wills, però, sono spinti da ben altre motivazioni. Cattolici disamorati, disprezzano gl’insegnamenti della Chiesa in tema di moralità sessuale, e attaccano Pio XII e i suoi successori nell’intento di demolire l’intero edificio dell’autorità papale. Per rendersi conto di quanto stringenti siano le argomentazioni di McInerny, non è comunque necessario essere cattolici. E, a meno che gli eventi e i pronunciamenti da lui citati siano puro parto di fantasia, la memoria di Papa Pio XII merita delle scuse.

di Ray Olson

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