Piero Angela: «Il calendario Maya è un’assurdità. E poi io il 22 dicembre voglio festeggiare i miei 84 anni»

A differenza dei suoi colleghi, Piero Angela il 21 dicembre andrà in onda con una puntata sulla tragedia che colpì la famiglia Asburgo: «La fine del mondo non arriverà certo venerdì».

Il 21 dicembre è dietro l’angolo. Mentre giornali e tv si affannano a scrivere della profezia Maya e della fine del mondo, il divulgatore scientifico più amato dalla tv, Piero Angela, ha altro da fare che badare a queste cialtronerie. Perché domani, nell’ipotetico giorno del giudizio, andrà in onda su Rai Uno alle 21.10 “Quella notte a Mayerling”, il primo dei tre speciali di Superquark che terranno compagnia ai telespettatori nel periodo natalizio.

Cosa dobbiamo aspettarci dal primo speciale in onda?
Una puntata costruita in modo particolare. Partiamo da uno sceneggiato per raccontare una vicenda storica, che completiamo ricostruendo i luoghi e intervistando esperti e testimoni. Il primo di questi appuntamenti è dedicato alla tragedia del doppio suicidio di Rodolfo d’Asburgo, figlio dell’imperatrice Sissi, e della sua amatissima Mary Vetsera, una ragazza di soli diciassette anni. Lui era già sposato con una certa Stefania del Belgio e lei era promessa sposa a un principe, immagini lo scandalo che venne fuori. Ne parliamo in studio con Lucio Villari, uno storico che si è occupato di questa tragedia e che ci introdurrà all’interno dei Palazzi imperiali, in particolare  Schonbrunn e il castelletto in cui si uccisero i due amanti. Della camera dove furono trovati i corpi senza vita non è rimasta alcuna traccia perché l’imperatore Francesco Giuseppe, molto cattolico, la fece distruggere e al suo posto fece erigere una piccola chiesa. L’imperatore desiderava che il figlio avesse un funerale cattolico, per questo fece di tutto per far passare il suicidio come un gesto estremo dovuto a un raptus mentale di Rodolfo. E ci riuscì, ma oggi sappiamo con certezza che si trattò proprio di suicidio.

Lo speciale andrà in onda il 21 dicembre, il giorno della fine del mondo, almeno secondo la profezia Maya.
Ma quale profezia! I Maya erano dei poveretti analfabeti, che non conoscevano nemmeno il metallo e la ruota e si erano evoluti in modo indipendente. Stiamo parlando di signori che sgozzavano tutti i giorni delle persone per offrire il loro cuore al sole sperando che tornasse il giorno dopo. La storia del calendario è, se possibile, ancora più assurda. Il nostro calendario finisce il 31 dicembre ma non per questo ogni anno pensiamo che sia giunta la fine del mondo, semplicemente sappiamo che si chiude un ciclo e ne comincia un altro. Probabilmente il loro terminava il 21 dicembre. La profezia Maya è come un gioco di società, è come l’astrologia: sappiamo tutti che non c’è nulla di vero ma cavalchiamo l’onda. Ricordo ancora un episodio che mi accadde qualche anno fa, quando arrivò in Italia l’edizione italiana del libro complottista di Kaysing Bill, Non siamo mai andati sulla Luna. Un tg nazionale mi chiese cosa ne pensavo delle teorie contenute nel volume. A quel tempo ero un esperto delle questioni lunari perché avevo seguito tutte le missioni, da Apollo 7 ad Apollo 12, e dissi: «Non comprate questo libro, vi stanno prendendo per i fondelli». La mia stroncatura finì sulla copertina di Non siamo mai andati sulla Luna, al grido di “Bene o male, purché se ne parli”. Forse l’editore sperava di vendere copie sia al pubblico curioso sia a quello scettico. La stessa cosa accade ora per la fine del mondo: intere trasmissioni ne parlano, anche in maniera scettica, ma con il solo obiettivo comune di fare ascolti.

Lei ha un motivo in più per non volere la fine del mondo. Il 22 dicembre compirà 84 anni.
Appunto, se arrivano i Maya non potrò festeggiare.

@paoladant

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