Pier Paolo Pasolini e la ragione di un sogno

di Laura Betti La vita, le opere e il dramma di Pasolini attraverso il racconto per immagini dei suoi migliori amici.

C’era una volta un uomo libero appassionato della realtà. Di tutta la realtà. Era un poeta, uno scrittore, un pittore, un regista, un saggista, un linguista, un giornalista, un drammaturgo. Il Potere lo perseguitava per usarlo, ma lui sfuggiva a qualsiasi riduzione ideologica. Era un uomo fatto di luci ed ombre; in lui bestialità immonda e spirito religioso convivevano drammaticamente. La sua vita era fatta del sole del genio e di lunghe notti sottomesse all’istinto. Man mano passava il tempo, i suoi zigomi si scavavano sempre più per far spazio ad un teschio, profezia di una morte disperata. Pasolini non fu ucciso. Fu lui a cercare sempre più la morte, sommerso da notti sempre più lunghe. A distanza di venticinque anni, gli amici più cari parlano di lui in modo sognante e malinconico. Usano di lui lo stesso linguaggio, le stesse espressioni, lo stesso sguardo. E si sentono terribilmente orfani, come noi. Ci manchi, Pier Paolo. Ci manca la tua radicalità nel tuo impegno alla vita, ci manca la tua libertà estrema, ci manca il tuo desiderio di incontrare qualcuno che potesse cambiarti la vita. L’avrai incontrato Pier Paolo?

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